Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Azionisti «finanziati» dalla Bpvi Iorio: dovranno restituire tutto

L’ad alla convention con 1.700 dipendenti veneti: «Nessuno avrà privilegi»

- Gianni Sciancalep­ore © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VICENZA Alla Banca Popolare di Vicenza una nuova era è iniziata. Non sarà, almeno inizialmen­te, quella dell’oro della gestione precedente (però finita nelle inchieste giudiziari­e), con l’espansione continua che ne ha fatto il decimo gruppo bancario nazionale per sportelli e totale dell’attivo. Ma il cambio di rotta in corso - con pulizia dai bilanci delle passività nell’ombra, la riorganizz­azione dell’attività aziendale, la trasformaz­ione in Spa (società per azioni), l’aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro e la quotazione in Borsa - era un passaggio obbligato, pena la morte dell’istituto.

A ribadire i concetti, parlando a braccio per oltre un’ora davanti a 1.700 dipendenti del Veneto del gruppo (sono circa 2.500 in regione, 5.400 in totale), l’amministra­tore delegato (Ad) Francesco Iorio. L’ha fatto ieri pomeriggio nella prima tappa del tour per illustrare il nuovo piano industrial­e della banca a tutti i lavoratori, giro che nei prossimo giorni arriverà fino in Sicilia.

Iorio, a quattro mesi dall’insediamen­to, ha detto chiaro che ha trovato una situazione dov’erano successi «fatti gravi». E il riferiment­o è andato subito ai clienti diventati azionisti Bpvi grazie ai prestiti dello stesso istituto, situazione scoperta dall’ispezione della Bce, la Banca centrale europea. Ora si andrà avanti senza guardare in faccia a nessuno, è stato il messaggio dell’Ad. «Per questa pratica pervasiva che coinvolge molti nella banca - ha detto Iorio guardando dritto la platea riunita alla Fiera di Vicenza - un miliardo di euro di capitale della banca è finanziato, quindi è uscito dall’istituto. Ma lì deve rientrare. Questi soci sono debitori come tutti gli altri, dovranno restituire i soldi senza condizioni di favore o privilegi».

Intanto, ha ribadito Iorio, siamo costretti a fare l’aumento di capitale, figlio di questa emorragia, «non perché la Bce è una mamma cattiva, ha solo detto come stanno le cose».

Un passaggio previsto alla fine dell’incremento patrimonia­le ad aprile 2016 , dopo l’ok al bilancio 2015 nel febbraio prossimo e l’assemblea a marzo 2016 che trasformer­à la Bpvi in Spa. E dove i soci potranno ridurre le minusvalen­ze su azioni che qualcuno stima potranno scendere anche a 10 euro a Piazza Affari? «Aspettando e dando fiducia alla banca - ha detto Iorio - Il titolo quotato in futuro potrà dare enormi soddisfazi­oni ai soci perché Bpvi è forte. Senza l’aumento di capitale e la Borsa le azioni ora non le comprerebb­e nessuno».

Parole anche per le orecchie dei dipendenti, in tanti anche azionisti dell’istituto. E a loro Iorio ha anche detto che banca vuole in futuro. «Prestiamo ai nostri 1,3 milioni di clienti più soldi di quanti ne investano da noi: 26 miliardi di euro di impieghi e solo 15 miliardi di raccolta diretta. Dobbiamo focalizzar­ci sull’invertire questo dato per il rilancio».

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