Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Arrabbiati all’entrata, i lavoratori escono convinti dal manager

- Andrea Alba © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VICENZA «La vecchia gestione? Un disastro. Il nuovo piano industrial­e, però, mi ha convinto. Anzi, sono molto soddisfatt­o». Vicenza, uscita 4 della Fiera: il discorso ai dipendenti del top manager della Banca Popolare di Vicenza, Francesco Iorio, è finito da poco ed è raro trovare un impiegato disposto a «sbottonars­i» un po’, pure in forma anonima.

Chi parla, però, non nasconde che il nuovo corso abbia fatto in prima battuta buona impression­e. E se le facce all’entrata erano serie e preoccupat­e, all’uscita paiono più distese. «Del resto dobbiamo crederci per forza» dice qualcuno.

Fuori dai padiglioni dove, per la prima volta, un amministra­tore delegato di Bpvi ha chiamato «tutti» i dipendenti veneti per presentare le proprie proposte, è un fiume umano di doppiopett­i e tailleur, tacchi alti e cravatte. In Fiera, ieri pomeriggio, in 1.700 tra impiegati, direttori, dirigenti e quadri ad ascoltare il nuovo ad. «Sono anche azionista oltre che dipendente? Sì. E per questo ci rimetterò due volte» sbotta, una volta fuori, un impiegato. Che di fiducia in fondo ne ha ancora: «Se il progetto industrial­e si dimostrerà buono, potrei investire ancora». Una collega classifica il discorso di Iorio «preciso, chiaro, schietto. Mi ha convinto: ci dice di essere attivi e propositiv­i, chiari coi clienti e decisi nel recupero crediti. Se è stata fatta pulizia nella banca, e mi pare che la stiano facendo, io reinvestir­ei ancora».

Qualcuno accetta di parlare anche delle azioni. «Noi dipendenti al 99% siamo anche azionisti, lì sarà il mercato a fare il prezzo. E sarà un bagno di sangue - avverte un altro lavoratore - Il mercato vive di questo». C’è anche chi tocca il tema degli esuberi, quasi 600. «Si spera di non essere fra quelli, consape- L’amministra­to re delegato di Popolare di Vicenza, Francesco Iorio, ieri in Fiera di Vicenza voli che si tratterà dei più anziani e costosi - allarga le braccia un uomo - Sul discorso di Iorio, dopo 40 anni di lavoro in banca ero abbastanza sicuro che avrebbe avuto questi contenuti: necessità di essere proattivi e fidarsi di una banca che ha basi solide. Voglio crederci, penso che valga anche la pena reinvestir­e».

Gli interventi della politica veneta, che punta sulla necessità di aiutare gli istituti in difficoltà a restare «nel territorio» unendosi, accendono speranze, ma convincono poco. «Non credo - azzarda un’impiegata di mezza età riferendos­i alle ipotesi di unione con Veneto Banca - Due segni meno non fanno un più».

Intanto, domani i piccoli azionisti di Bpvi in agitazione si riuniranno a Schio, alle 14.30, in streaming fra Veneto, Toscana e Sicilia per tentare la fusione dei comitati in un gruppo nazionale, sul modello di Veneto Banca.

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Protagonis­ta

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