Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Goldin: sbagliato alienare opere per finalità non culturali
VENEZIA Nel «caso» dei quadri veneziani per i quali il sindaco Brugnaro ha ipotizzato l’alienazione ci sono due aspetti principali: la questione legale e quella di opportunità. Ed è sulla seconda che Marco Goldin (foto), storico dell’arte e curatore è intervenuto ieri: «La legislazione italiana non permette a differenza di altre nazioni l’alienazione di beni di questo tipo. A parte l’aspetto legale, però c’è soprattutto una questione di opportunità. L’idea di sacrificare opere d’arte importanti che sono anche tra i simboli dei musei veneziani per usare il denaro per spese che non riguarderebbero l’ambito culturale non mi trova d’accordo». Altro sarebbe invece scegliere di vendere un’opera anche molto importante per acquisirne un’altra di pari valore. Una prassi, quest’ultima, molto diffusa negli Stati Uniti. Dove la legislazione è più possibilista. «Mi è capitato personalmente di assistere ad un “cambio” apparentemente inusuale– dice Goldin quando lavoravo a Treviso 15 anni fa ho avuto in prestito da un museo di New York due quadri. Uno era un meraviglioso Monet che è stato esposto nella Casa dei Carraresi e che rappresentava una scogliera di Normandia. Due o tre anni dopo lo stesso museo ha scelto di venderlo per comprare alcune opere di arte orientale apparentemente meno “conosciute” ma che ben rispecchiavano lo spirito del museo, che invece aveva pochi impressionisti e per la logica interna li considerava dunque marginali». (a.d’e.)