Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il prof dei profughi, la suora antiviolenza e la paladina dei disabili ufficiali al Merito
Tre veneti tra i diciotto «premiati» dal capo dello Stato: «Un privilegio»
VENEZIA «Per l’esempio di civiltà e generosità che ha fornito, aprendo la sua casa a sei giovani profughi giunti a Treviso dopo essere sbarcati a Lampedusa». La cronaca già conosce il nome di Antonio Silvio Calò, professore di storia e filosofia al trevigiano liceo Canova, da ieri anche ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. E’ uno dei tre veneti (in realtà è pugliese di Barletta) che il capo dello Stato ha voluto premiare come esempi di impegno civile e dedizione al tanto evocato quanto spesso dimenticato «bene comune». Con Calò, diventano ufficiali al merito due donne. Una è la veneziana di Cavarzere Daniela Boscolo, insegnante come lui, di cui il presidente Sergio Mattarella ha apprezzato il lavoro con gli studenti disabili. L’altra è Michela Marchetti, suora della Divina volontà di Bassano, insignita per l’impegno contro la violenza su donne e bambini.
Un tratto comune a tutti e tre gli ufficiali al merito di casa nostra. Si tratta di persone «comuni», rigorosamente tra virgolette, capaci di cose straordinarie e con molto poca voglia di apparire. Calò, ieri mattina, era stato invitato da Unindustria all’assemblea costruita attorno alla visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ci è andato? No, doveva essere in classe. «Non sapevo niente fino a ieri mattina, quando è arrivata la telefonata dal Quirinale a casa mia. Ma io ero a scuola, a lezione, e giustamente non mi è stata passata la chiamata. Poi all’intervallo sono stato informato...». Professore di filosofia, trasforma immediatamente la gloria che gli è caduta in capo in onere. «Per me ovviamente ricevere questa onorificenza è un grandissimo piacere, e non posso che ringraziare il presidente Mattarella. Se scorro l’elenco degli eroi che hanno ricevuto questo titolo, non posso che sentirmi lusingato. Ma allo stesso tempo sento di più la responsabilità del mio ruolo, e mi sento ancor più pronto alle prossime sfide».
Da un prof all’altro. Daniela Boscolo, 48 anni, non nasconde felicità e meraviglia. Di essere tra i vanti della Repubblica l’ha saputo ieri mattina, quando l’ha chiamata la Rai Regionale. «Mi piace - dice - soprattutto che il lavoro che faccio abbia l’approvazione di una persona che occupa il più alto ruolo pubblico. Lo sento come un riconoscimento a tutti quelli che si dedicano ad aiutare i ragazzi disabili. Ritengo che le differenze siano un valore per tutti e l’insegnamento deve essere inclusivo». Cocciuta e determinata nel lavoro (definizione che l’insegnante di Cavarzere dà di sè), Boscolo divide il merito con la parte burocratica della scuola e confida di aver avuto «dirigenti attenti e intelligenti». Burocrazia senza burocrati: «Mi hanno lasciato carta bianca con questi ragazzi che ogni tanto porto fuori da scuola, nelle aziende per creare un’alternanza tra scuola e lavoro per aumentare la loro autonomia e le loro capacità».
L’ultima della lista è suor Michela Marchetti. Bassanese, 49 anni, la sua, si legge nella nota che accompagna i riconoscimenti presidenziali, «è una vita spesa a favore delle persone in difficoltà. Donna in missione, suor Michela deve l’onorificenza a quanto ha saputo fare in Puglia. «Per il suo continuo impegno, anche nell’ambito del centro antiviolenza di Crotone, a favore delle donne e dei bambini...». Da ormai sei anni, la suora bassanese dirige «Udite Agar», centro antiviolenza nato dalla collaborazione tra una cooperativa sociale, Comune di Crotone, Regione Puglia e Arcicidiocesi di Crotone. Da ieri è anche ufficiale al Merito.