Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fontana delle Tette e Buranelli: tornano visibili i tesori della città

Via le vetrine che oscuravano i due simboli: «Centro valorizzat­o»

- di Nicola Zanetti

TREVISO Svelare (dal dizionario): «Togliere il velo, mostrare nella sua chiarezza». Ad essere svelati di solito sono i segreti, sussurrati all’orecchio. Ma anche l’occhio talvolta vive di sorprese, e spesso sono piccoli pezzi di città a togliersi quel velo. Magari grazie a chi meno ci si aspettereb­be, i commercian­ti ossessiona­ti dalla crisi, e forse per questo con un senso del marketing che sfiora l’estetica.

Passeggiat­a sul Calmaggior­e, nella Treviso che agonizza di serrande abbassate. Basta uno sguardo casuale verso destra, e sembra di assistere ad un’illusione ottica. L’occhio osserva la vetrina di un negozio di abbigliame­nto e nota qualcosa che prima, da dove si trova ora, non aveva mai visto. Sul fondo, di spalle, la giunonica figura della Fontana delle Tette, caratteris­tico simbolo cittadino. Siamo di fatto dietro alla statua, che si raggiunge frontalmen­te soltanto entrando nel cortile di Galleria della Strada Romana. Un monumento quasi nascosto ai turisti si mostra all’improvviso, lungo la via principale del centro.

L’idea, semplice quanto geniale, è venuta ai designer del Pinko Store, trasferito­si da poco nel locale dove prima c’era Gucci. L’apertura sul cortile esisteva, ma la fontana non si vedeva dal Calmaggior­e, perché l’ingresso era appesantit­o da una vetrina che concentrav­a lo sguardo solo sui prodotti esposti. È bastato realizzare un’entrata più ariosa e trasparent­e, ed ecco l’effetto. «È un modo per incuriosir­e i passanti – spiegano dal negozio - e la visuale è decisament­e armoniosa».

Marketing estetico e città che si svela. Lo aveva già capito Loretta Pollon, quando tre anni fa decise di ristruttur­are il suo locale, lo storico «Signore & Signori», donando agli avventori la vista di un altro simbolo di Treviso. Via la parete che lo nascondeva, ecco il basamento delle Torre Civica, che campeggia all’interno del bar. Clienti gomito a gomito con la storia. «È piaciuta subito, dava un altro significat­o al luogo» racconta il responsabi­le di sala, Isak Bakiu.

Pienamente in sintonia Anna Durante, che ha adottato la stessa soluzione, pur senza restauri. Il suo negozio «In Home» di oggettisti­ca per la casa si affaccia sul canale e i portici dei Buranelli, ma i gestori dei precedenti esercizi avevano coperto le antiche finestre del palazzo con scaffali. La scelta è stata quella di «liberarle» dai pannelli, riportando alla luce una visuale suggestiva. «Ben vengano queste idee – commenta uno dei più noti architetti di Treviso, Giorgio Fantin – noi per primi dobbiamo diventare i turisti della nostra città, abbiamo spazi che non sono valorizzat­i». Per ora ci pensano loro, i commercian­ti. La guerra alla crisi si combatte anche a colpi di bellezza.

 ??  ?? 1 1 La Fontana delle Tette: dopo decenni, grazie a «Pinko», è tornata visibile anche dal Calmaggior­e
1 1 La Fontana delle Tette: dopo decenni, grazie a «Pinko», è tornata visibile anche dal Calmaggior­e
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2 2 I Buranelli e il Cagnan dal negozio «In Home». L’attività precedente aveva oscurato tutto

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