Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Vajont, l’archivio nel registro Unesco «Il ricordo avrà un rilievo globale»
LONGARONE (m.def.)Di tempo ce n’è: il termine per consegnare la documentazione scade il 30 marzo 2016. «Ma è già tutto pronto» afferma il sindaco di Longarone, Roberto Padrin. Con la collaborazione dell’archivio di Stato di Belluno, dell’associazione Tina Merlin, la Fondazione Vajont porterà le carte giuste nel luogo giusto, a futura memoria. «Per lo più – continua Padrin – quelle relative al processo dell’Aquila». La vicenda è ovviamente quella dell’immane catastrofe del 9 ottobre 1963, di cui ieri l’altro ricorreva il 52esimo anniversario. «In questi anni la questione è uscita dagli stretti confini della cittadina, diventando gradualmente parte della coscienza collettiva nazionale. Ora, un passo in avanti: quando i documenti saranno parte del registro Memory of the World dell’Unesco, il ricordo degli eventi assumerà un’importanza globale. Il Vajont è, veramente, ora sotto occhi universali. Questo ci obbliga a non sbagliare nel dare esempio e a sostenere con gesti di solidarietà concreta quando altri popoli si troveranno a subire violenze e discriminazioni». Ovviamente, anche in ricordo dei 1910 morti, si sono tenute attività di carattere religioso. Alle 21 diversi longaronesi si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale, illuminata da luci e candele. L’invito a partecipare era rivolto in particolare ai 4mila dipendenti della zona industriale, nata dopo il Vajont, a testimonianza del messaggio portato dal vescovo e cioè che il lavoro ha riportato la vita in vallata. Sono state accese durante la veglia 750 candele, una per ogni famiglia cancellata dal Vajont. Alle 22.39 il suono della campana ha ricordato il momento della tragedia. Infine, a pochi chilometri da Longarone, a Erto e Casso (Pordenone), dal 17 al 18 ottobre si terrà la prima edizione della maratona di lettura dedicata alla continuità della vita nella valle: 24 ore di lettura continuativa, con più personaggi che si avvicenderanno al leggio nei luoghi simbolo della tragedia nella valle del Vajont.