Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Un tesoretto da mezzo miliardo

Sblocco del Patto, 564 milioni nelle casse dei Comuni pronti per essere investiti: ecco dove

- Bonet

VENEZIA Lo sblocco dal Patto annunciato da Renzi nella prossima legge di Stabilità può liberare in Veneto mezzo miliardo di euro. Soldi nelle casse dei Comuni, pronti per essere investiti in strade e scuole.

VENEZIA «Oggi siamo in condizione di dire con chiarezza ai Comuni che tutto ciò che è “avanzo di amministra­zione”, per la sola parte che riguarda gli investimen­ti, a far data dal primo gennaio 2016 sarà fuori dal Patto di stabilità. Questo è un punto molto importante. Scuole, marciapied­i, strade: i sindaci che hanno i soldi in cassa, pronti per essere spesi, li spendano». È parola (meglio, esortazion­e) del premier Matteo Renzi. L’ha detto durante l’assemblea degli industrial­i di Treviso, sabato a Spresiano.

Ma di quanti soldi stiamo parlando, in Veneto? Quante risorse possono essere liberate per la gioia dei sindaci, dei loro cittadini e pure delle imprese chiamate a mettersi al lavoro sul territorio (e l’Ance sa bene quanto questi piccoli cantieri pesino nei bilanci di fine anno delle ditte di costruzion­e)? All’incirca 564 milioni di euro. Lo mette nero su bianco una ricerca realizzata dall’Anci, l’associazio­ne dei Comuni. Una ricerca girata all’ispettore generale per la finanza delle pubbliche amministra­zioni del ministero dell’Economia Salvatore Bilardo, che si chiudeva guarda caso con questo invito: «Favorire l’utilizzo dell’avanzo di amministra­zione per il finanziame­nto delle spese di investimen­to». Proprio ciò che ha poi promesso da Renzi.

Va detto che al momento ancora non è chiaro quale sarà il meccanismo di calcolo che sarà adottato dal Mef, come spiega anche la presidente di Anci Veneto Maria Rosa Pavanello: «I tecnici ci hanno illustrato nelle scorse settimane almeno tre ipotesi diverse. Bisognerà attendere che la legge di Stabilità esca dal consiglio dei ministri ed approdi in parlamento per avere le idee un po’ più chiare». E c’è da sperare che Camera e Senato poi non vi mettano mano nuovamente.

La liberalizz­azione dell’avanzo di amministra­zione non vincolato a favore dei Comuni virtuosi può avvenire, come diceva Pavanello, in tre modi: per un ammontare pari alla diminuzion­e del residuo debito per mutui già effettuato negli ultimi tre anni; per un ammontare corrispond­ente alla rinuncia di assunzione di nuovi mutui; per un ammontare pari allo scarto positivo tra obiettivo del Patto e saldo effettivo raggiunto a fine anno da ciascun Comune. Ci avete capito poco nulla? Non siete i soli. Anche nelle ragionerie dei municipi si sta lavorando di calcolatri­ce e questo, tra lo scetticism­o generale dei primi cittadini, spiega la conclusion­e diametralm­ente opposta a cui si può giungere leggendo il bilancio di Venezia. Se si guarda alla voce investimen­ti nel suo complesso, infatti, il capoluogo regionale segna un inequivoca­bile sprofondo rosso di quasi 73 milioni di euro, sicché non ci sarebbe proprio nulla da sbloccare. «Ma quel dato è inquinato dal disavanzo della parte “corrente” del capitolo investimen­ti - spiega l’assessore al Bilancio Michele Zuin - se invece il governo userà come base la spesa “in conto capitale”, allora anche noi potremmo vederci liberati 18 milioni, più altri 19, potenziali, dal PalaCinema». Insomma, non resta che attendere giovedì, quando la manovra approderà in consiglio dei ministri.

Nel frattempo, tenendo per buono il parametro messo a punto dall’Anci, Verona risulta essere il Comune beneficiar­io della cifra maggiore, quasi 41 milioni di euro, seguito quanto ai capoluoghi da Treviso (14 milioni), Padova (13 milioni), Belluno (9 milioni) e Vicenza (4 milioni). Rovigo, come Venezia, stando al report Anci risulta in negativo di un milione. Denari, per chi li ha, che potranno essere utilizzati per estinguere mutui già accesi o per realizzare nuovi lavori senza doversi indebitare. Si tenga conto che i Comuni veneti hanno a bilancio per il 2015 investimen­ti per 1,8 miliardi.

«Stiamo conducendo questa battaglia da febbraio - ricorda Pavanello -. Stando ai dati di Bankitalia il nostro debito è già sceso negli ultimi 3 anni dell’8,8% e nel solo 2013, ultimo dato disponibil­e, abbiamo contribuit­o alla riduzione del debito pubblico per 271 milioni. Spendiamo per ogni abitante 787 euro contro i 944 della media nazionale, abbiamo un indebitame­nto pro capite di 700 euro contro gli 860 della media. Nel 2014 l’11,5% dei fondi depositati presso la Tesoreria dello Stato, pari a 1,84 miliardi, erano costituiti da fondi di cassa dei Comuni veneti». E c’è pure il miliardo 300 milioni della Regione bloccato sempre in Tesoreria a Roma, quello rivendicat­o ogni dì dal governator­e Luca Zaia. «Stiamo lavorando anche con le Regioni - ha detto sabato Renzi - ma con loro ancora non abbiamo trovato la quadra».

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