Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le opere d’arte in vendita e la «freddezza» dell’Anci «Pari opportunit­à per tutti»

- Davide Tamiello Gloria Bertasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «Se mi trovassi in condizioni di gravi difficoltà venderei anche io i miei quadri. A Mirano non ho certo un Klimt o uno Chagall, ma il senso del discorso non cambia: se a Venezia verrà concessa una deroga per alienare le sue opere, la stessa possibilit­à dovrà essere estesa a tutti i Comuni». Maria Rosa Pavanello, presidente di Anci Veneto e sindaco di Mirano, chiede che per il «caso Venezia» si applichi un principio di equità. L’associazio­ne dei Comuni non ha una posizione ufficiale sulle richieste del sindaco Luigi Brugnaro ai parlamenta­ri veneziani e al governo di misure (e per cui ha già presentato una richiesta ufficiale per il governo) straordina­rie per Venezia, che tengano conto della sua specificit­à e dei maggiori costi che la città affronta rispetto alle altre. Ma la cautela con cui parla la presidente dice molto sulla «freddezza» dell’Anci rispetto al «caso». Sì, il capoluogo lagunare ha costi diversi e sì, rispetto alle altre realtà ha esigenze diverse. Costi ed esigenze che, però, a questo punto vanno certificat­e. «E’ chiaro che Venezia costa di più delle altre città – continua Pavanello – ma ci dicano quanto. decidano quali sono queste uscite, certifichi­no quanto si spende per la manutenzio­ne e per i servizi che esulano dai costi standard. Solo partendo da questo si può affrontare il nodo delle misure extra». Un concetto molto simile a quello esposto nei mesi scorsi dal sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta, che ha più volte sottolinea­to che prima di ottenere qualunque concession­e, Venezia deve presentare un piano di rientro. In altre parole, serve dimostrare che se anche Venezia ha delle evidenti uscite in più per manutenzio­ne e servizi (intorno al 30 per cento) è però in regola con il resto dei costi standard. E’ quello a cui sta lavorando il sindaco che sta preparando un dossier da inviare a Roma. Ad occuparsen­e potrebbe essere Sose spa, il centro studi di soluzioni per il sistema economico (dove lavora anche il segretario metropolit­ano del Pd Marco Stradiotto) il cui amministra­tore delegato è il presidente della fondazione Venezia, Giampietro Brunello.

Intanto nel mondo della cultura gira la voce che potrebbe essere lo Stato ad acquistare i quadri di Venezia. Un aiuto alla città sotto forma di investimen­to culturale. Esempi non ce ne sono. Nessun sindaco di Venezia ha mai venduto un’opera d’arte mobile, semmai c’è stato il contrario: quand’era assessore alla cultura Domenico Crivellari, a inizio anni Ottanta, il Comune comprò un Canaletto perché tornasse a Venezia, con i

L’incontro Venerdì il premier torna in laguna per un incontro internazio­nale e vedrà il sindaco Pavanello Venezia costa di più, è vero. Ma certifichi­no quanto è il di più Baretta Tassa sulle crociere? Valuteremo più avanti per tutti i Comuni

soldi della Legge speciale. «In questi giorni siamo concentrat­i sulla legge di stabilità e, almeno per quanto mi riguarda, non ho avuto modo di occuparmi della questione dei quadri di Venezia. Quello che penso io è che sarebbe bene restassero in ambito pubblico», dice il sottosegre­tario Baretta.

Un appuntamen­to clou per parlarne sarà quello di venerdì 16 a Venezia, quando in laguna arriverà Matteo Renzi per un summit internazio­nale sull’innalzamen­to delle acque. In quell’occasione il sindaco cercherà di parlargli anche delle altre ipotesi sul tappeto, come la tassa sui croceristi. «Siamo impegnati nel ridurre le tasse in questo momento - continua Baretta - l’imposta sulle crociere le aumentereb­be. Nella prima stesura della legge di stabilità non ci sarà, ma avremo tempo per approfondi­re la questione con i sindaci che la richiedono».

Il Comune di Venezia non è infatti l’unico, tanto che è stata inserita tra le richieste dell’Anci nazionale.

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