Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Riforma sanità, una sola Usl Resta il direttore del Sociale
BELLUNO Ci sarà un direttore del Sociale sul territorio, ma le due Usl bellunesi saranno fuse in una. E’ l’esito dell’incontro di ieri tra la Regione e i direttivi delle due Conferenze dei sindaci sulla riforma della sanità veneta. Al tavolo di confronto, presidenti e vicepresidenti delle rispettive conferenze, il consigliere regionale Franco Gidoni (Lega) e i due assessori regionali Luca Coletto (Sanità) e Manuela Lanzarin (Sociale). «Per quanto riguarda l’unione delle Usl, ci è stato detto che è tutto deciso — spiega il sindaco di Santo Stefano di Cadore —. Siamo molto preoccupati, l’esperienza dice che a essere penalizzati saranno ancora una volta i territori marginali». Il riferimento è all’assorbimento delle Usl di Agordo e Pieve di Cadore da parte dell’Usl di Belluno, operazione avvenuta nel 1995: secondo alcuni, i due ospedali periferici hanno iniziato a perdere servizi. «E poi bisogna tenere conto della quantità di servizi delle strutture vicine — dice Sisto Da Roit, sindaco di Agordo — rispetto a chi abita sull’altopiano di Asiago e gravita su Bassano, gli agordini hanno un’offerta più ridotta».
Confermato invece il direttore del Sociale, la cui presenza sul territorio era stata inizialmente esclusa, che affiancherà il coordinatore sociosanitario. Bisognerà vedere se si muoveranno in un’azienda unica o in due indipendenti. «Confidiamo nella proposta dell’Anci, che chiede due Usl per provincia — rivela Alessandra Buzzo — per Belluno sarebbe il riconoscimento della specificità montana».