Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Blitz e incendio contro i profughi Nessuna prova: chiusa l’indagine

La rivolta di Quinto resta senza colpevoli. «Fatti gravissimi, sbagliato archiviare»

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QUINTO Nessun colpevole per i presidi non autorizzat­i, gli insulti ai migranti, le porte sfondate, i materassi e i mobili portati in strada e poi bruciati. La procura ha infatti chiesto l’archiviazi­one dell’indagine a carico, tra gli altri, di alcuni attivisti di Forza Nuova, per quanto successo tra il 15 e il 16 luglio in via Legnago a Quinto, sconvolta dai disordini che si erano consumati quando l’ex prefetto Maria Augusta Marrosu, aveva deciso di ospitare 101 profughi in uno dei palazzoni del rione.

Una decisione che aveva provocato subito fortissime polemiche, in primis tra i residenti che avevano lasciato i propri appartamen­ti e per alcuni giorni avevano bivaccato nei giardini pubblici davanti ai palazzi chiedendo l’allontanam­ento dei migranti. A dar man forte ai residenti, erano arrivati anche i militati di Forza Nuova che avevano inscenato una protesta molto più dura. Vari gli episodi che avevano alzato il livello di attenzione, dall’impedire al personale della società incaricata dell’accoglienz­a di portare i pasti ai migranti, a veri e propri blitz negli appartamen­ti destinati ai profughi dai quali erano stati asportati materassi e altri oggetti d’uso, alle manifestaz­ioni non autorizzat­e con il rogo di materassi e mobili. Fino all’aggression­e subita da un vigilante della cooperativ­a, che era stato inseguito e picchiato dai manifestan­ti, perdendo due incisivi. Scene violente che erano state riprese da telefonini e telecamere ed erano rimbalzate anche su giornali e television­i nazionali, portando Quinto al centro della discussion­e sui profughi.

Le ipotesi di reato formulate all’indomani dei fatti erano state

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