Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Brugnaro gli mostra conti, dossier e problemi «Per i dettagli c’è tempo»
La frase: «Non conta il colore del gatto, ma che prenda i topi»
VENEZIA «Non importa di che colore sia il gatto, l’importante è che prenda i topi». Cita Confucio e Mao Zedong, la soddisfazione gli è stampata su quel sorriso che sfoggia uscendo da Ca’ Farsetti accanto al premier Matteo Renzi. Un’ora di colloquio — anche se poi si viene a sapere che è stato più che altro un confronto — nel suo studio affacciato sul Canal Grande.
Per non farsi (e fargli) mancare niente, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro apre le finestre e si affaccia sul balcone assieme al presidente del Consiglio. La foto simbolo fa il giro del mondo. Il ponte di Rialto, i palazzi, i vaporetti... Hanno parlato dei problemi della salvaguardia, dei soldi che mancano per la manutenzione di tutti i giorni: ci sono i canali da scavare ma anche le fondamenta da sistemare. «Venezia è il simbolo di quello che può e deve fare il nostro Paese, vedere la bellezza straordinaria del passato però... — dice il premier guardandosi attorno — bisogna mettersi in gioco».
Ed è quello che Ca’ Farsetti spera faccia il governo. Nella Legge di stabilità pare che gli appelli e gli incontri ripetuti anche del sindaco con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti siano stati lettera morta, ma i più vicini a Matteo Renzi dicono che l’ex sindaco di Firenze stia solo studiando il modo più adatto per farlo. Proprio ora che il governo taglia le tasse non vuole che l’eventuale ticket sui croceristi piuttosto che su chi arriva in treno in laguna possano essere intesi come provvedimenti che vanno nella direzione opposta.
«Cercheremo di lavorare assieme al sindaco, per i dettagli ci sarà tempo», esclama il premier prima di salire sul motoscafo per raggiungere Palazzo Ducale dove lo aspettava la cena con i delegati dell’Onu sui cambiamenti climatici e l’innalzamento dei mari. Tra di loro molti erano i rappresentanti di piccole isole-Stato messe maggiormente a rischio dall’innalzamento del livello degli oceani .Quel che è certo è che Luigi Brugnaro sta riuscendo nell’«impresa» in cui non sono riusciti i suoi predecessori. Un piccolo record già gli spetta: quello di aver portato a Ca’ Farsetti il presidente del consiglio e di aver discusso un’ora (assieme al fido assessore al Bilancio Michele Zuin) dei problemi della città.
«Il premier conosceva bene la situazione del Comune e per il momento non ha fatto promesse, ma resto fiducioso», ha precisato il sindaco-imprenditore. Per avere simili precedenti bisogna tornare a Paolo Costa che portò Romano Prodi, e scorrendo ancora indietro con la memoria a Ugo Bergamo sindaco (1990-93) che organizzò la visita di Giulio Andreotti e a metà degli anni ‘80 quando Nereo Laroni accolse Bettino Craxi. Nulla è stato lasciato al caso da Brugnaro che già all’inaugurazione del campus di Ca’ Foscari a San Giobbe aveva definito la presenza di Matteo Renzi come un gesto di rispetto «nei confronti di una città che sta attraversando il suo momento più buio», sicuro però che «Venezia potrà ricambiare in prospettiva con gli interessi». Poi all’arrivo in Municipio ha schierato tutta la giunta, e poco importa se il colore politico non è lo stesso, tanto che l’assessore ai Trasporti Renato Boraso (ex Forza Italia) avvicinandosi al premier gli ha confessato di aver votato per lui alle primarie, ricevendo in cambio l’aggressione di alcuni militanti del Partito democratico.
Immancabile la foto ricordo, che può suggellare l’alleanza veneziana tra Renzi e Brugnaro, che rischia di mandare in apprensione il Pd, superato a sinistra del sindaco che aveva combattuto alle elezioni. Ma i due si capiscono, si sono sempre capiti, e anche ieri l’hanno dimostrato prima al campus universitario («Non importano i colori politici, l’importante è il futuro della città», ha detto Renzi) e poi a Ca’ Farsetti in un franco confronto davanti a dossier e a ipotesi di intervento per garantire a Venezia le risorse di cui ha bisogno per la salvaguardia e il mantenimento della città. Dai ticket sui turisti alla ztl pedonale a San Marco, da una nuova legge speciale alla possibilità di vendere i quadri. «Su questo c’è già una bella discussione tra Brugnaro e Franceschi, la lascio volentieri a loro due», risponde a chi lo interroga sulle possibili alienazioni mobiliari a cui ha pensato Ca’ Farsetti.
L’idea del sindaco che ha subito faccio breccia sul presidente del Consiglio è quella di una città 2.0, così come l’ha chiamata Brugnaro, sull’esempio di Boston, dove gli studenti ci vanno per studiare ma poi la fanno diventare la loro città. «La formazione, a cominciare dall’università, ed il lavoro sono lo strumento per ridare vita a Venezia», ha detto. Così come per la visita del presidente della Repubblica Mattarella, Brugnaro ha soggiornato nello stesso albergo dell’ospite più importante: ieri al Danieli.
Feeling Il sindaco fatica a celare una certa soddisfazione. La foto con la giunta fucsia