Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Perde quattrocento euro e si inventa una rapina
Grossista smarrisce il denaro e dice: «Mi hanno aggredito e derubato». Era falso: denunciato
TARZO Tre uomini lo avevano aggredito all’alba, mentre entrava in azienda per cominciare la giornata di lavoro. Gli avevano intimato di consegnare tutto il contante che aveva con sé, circa 400 euro, e poi erano fuggiti. Un aggressione che aveva lasciato sgomento il 53enne commerciante di frutta e verdura (G.M.D. le iniziali), tanto da indurlo a raccontare a colleghi e conoscenti quanto gli era successo. Peccato che quella rapina non fosse mai avvenuta, ma fosse solo il suo ingenuo tentativo di nascondere alla famiglia di aver perso il denaro. A scoprirlo sono stati i carabinieri ai quali il negoziante nemmeno si era rivolto. L’uomo, infatti, aveva raccontato in paese la storia, dicendo di essere stato rapinato all’alba di venerdì scorso.
Poco dopo le 3 della notte l’uomo era sceso dalla sua abitazione, attigua alla sede della ditta. Era in partenza per il mercato ortofrutticolo di Treviso per rifornirsi di frutta e verdura. Ma era stato accerchiato da tre individui, a volto scoperto. Uno di loro gli aveva fatto capire a gesti che doveva consegnare il denaro e il commerciante gli aveva dato i 400 euro che aveva in tasca. La notizia si era diffusa, finendo anche sui giornali. E il commerciante non si era sottratto al clamore, rilasciando interviste e raccontando il terrore provato per l’aggressione. Un fatto gravissimo che, però, non aveva denunciato ai carabinieri. Ma i militari, data la gravità del presunto reato, hanno proceduto d’ufficio avviando un’indagine che, in poche ore, ha svelato l’arcano. Non era stata sporta nessuna denuncia perché non c’era stata nessuna rapina. Cosa che, messo alle strette, alla fine ha ammesso la stessa presunta vittima: «Avevo perso i soldi e non sapevo come giustificarlo». L’uomo è stato denunciato per simulazione di reato e procurato allarme. Una bugia per la quale ora rischia una vera condanna.
Non sapevo come giustificare la cosa con la mia famiglia, ho mentito