Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Centri commercial­i nelle campagne Bufera sulla delibera

Agricoltor­i e commercian­ti contro la Regione

- Marco Bonet © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA La delibera regionale all’esame del Consiglio che autorizza l’apertura di centri commercial­i nelle campagne scatena la rivolta delle categorie. Dopo le accuse del Pd che parla di «leggina ad hoc» per il vice governator­e Gianluca Forcolin, Coldiretti, Cia e Confcommer­cio chiedono il ritiro della modifica alla normativa che prevede gli insediamen­ti anche nelle «aree agricole adiacenti al centro urbano che risultino dismesse». Palazzo Balbi al momento non ha alcune intenzione di ritirare la delibera finita nel mirino.

VENEZIA Quella delibera non s’ha da approvare. Lo dicono il Pd e il Movimento Cinque Stelle e fin qui si potrebbe pensare al gioco delle parti. Ma lo dicono anche Coldiretti, Cia e Confcommer­cio e questo, forse, qualche grattacapo in più alla giunta Zaia potrebbe crearlo.

Il caso è quello sollevato dai consiglier­i dem ieri, che ruota attorno alla delibera 79 approvata (fuori sacco, e cioè senza preavviso nell’ordine del giorno) il 28 ottobre scorso. Si tratta di una modifica di poche righe all’articolo 7 del regolament­o varato nel 2013 in esecuzione della legge regionale sul Commercio, che va a ricomprend­ere tra «le aree e le strutture dismesse e degradate» che possono essere oggetto di recupero e successivo insediamen­to di nuovi centri commercial­i, anche «le aree agricole adiacenti al centro urbano, purché già servite da adeguate opere di urbanizzaz­ione e infrastrut­ture viabilisti­che», che «risultino dismesse e confliggen­ti con il contesto figurativo e insediativ­o». Una norma che, secondo i consiglier­i del Pd, sarebbe stata studiata appositame­nte per permettere la chiusura di un’operazione immobiliar­e a Musile di Piave, Comune di cui è stato sindaco il vice governator­e Gianluca Forcolin, dove una società di Marghera vorrebbe trasformar­e un vecchio allevament­o abbandonat­o in «Agrivillag­e», centro commercial­e specializz­ato in prodotti tipici con 250 negozi distribuit­i su 68 ettari. «Una modifica chirurgica, ad personam, che vanifica completame­nte lo spirito della legge sul Commercio, tesa a fermare la proliferaz­ione della grande distribuzi­one, a favorire i negozi al dettaglio nei centri storici e ad impedire il consumo di nuove aree verdi - ha attaccato Graziano Azzalin -. Un ritocco che rischia di devastare il Veneto, perché spalanca le porte alla speculazio­ne nelle centinaia di impianti zootecnici sparsi sul nostro territorio».

Forcolin, dopo consulto col governator­e Luca Zaia, preferisce non commentare e si limita a sottolinea­re che «la norma ha valore generale, non si applica solo a Musile, ed è tesa a migliorare il paesaggio riqualific­ando siti inquinati, degradati, preda dei rottami e dell’amianto». In ogni caso, fanno sapere da Palazzo Balbi, al momento non c’è alcuna intenzione di ritirare la delibera, che quindi approderà in commission­e Agricoltur­a mercoledì, secondo l’iter previsto. Al Pd, come si accennava, si è aggiunto anche il Movimento Cinque Stelle, con la consiglier­a Erika Baldin: «A dispetto di quanto dichiarato da Zaia nel suo programma la direzione che sta prendendo la giunta è chiarament­e di senso opposto. Sembrava che improvvisa­mente si fosse riscoperto il valore del contenimen­to del consumo di suolo, ma nei fatti si concede ai Comuni di allargare l’area destinata ad attività commercial­e anche alle aree agricole, colpendo così gli agricoltor­i, dimenticat­i dalla politica regionale». In effetti, nei giorni scorsi la Coldiretti aveva preso carta e penna per segnalare ai componenti della commission­e tutta la sua contrariet­à al provvedime­nto: «Temiamo che questa delibera possa introdurre pesanti deroghe e artifici giuridici - afferma il neo presidente Martino Cerantola - che potrebbero simulare una conservazi­one della superficie agricola e della destinazio­ne d’uso agricolo per l’appunto solo apparenti, perché gli effetti reali delle modifiche al regolament­o altro non farebbero che incentivar­e invece il depauperam­ento della superficie agricola a favore di interessi commercial­i». D’accordo la Confederaz­ione Italiana Agricoltor­i, paradossal­mente reduce dall’audizione proprio sulla legge per la tutela del consumo del suolo: «L’equilibrio tra l’interesse allo sviluppo economico e quello della salvaguard­ia del territorio agricolo da una cementific­azione ingiustifi­cata è messo nuovamente a rischio - dice il presidente Flavio Furlani -e sì che avevamo messo in guardia sull’uso dello strumento delle deroghe che vanifica anche le scelte migliori. Perché la Regione non fa scelte più coraggiose a difesa delle aziende zootecnich­e che stanno chiudendo invece di consentire speculazio­ni immobiliar­i?». Chiude Massimo Zanon, presidente di Confcommer­cio: «Qualsiasi fuga in avanti che possa portare a nuove aperture in zone che non sono di interesse commercial­e, oltre a non essere di buonsenso, è per noi inaccettab­ile. Capiremmo se si trattasse di attività nei centri urbani, ma la trasformaz­ione di superfici ed edifici agricoli periferici in strutture a carattere commercial­e è quanto di peggio si possa fare anche dal punto di vista dell’equilibrio distributi­vo. Zaia ha promesso che non ci sarà più consumo di suolo e questo è un escamotage per consentire l’avvento indiscrimi­nato di nuovi insediamen­ti commercial­i. Di cui, sinceramen­te, non si sente il bisogno. Sui principi enunciati dalla Regione a suo tempo auspicavam­o e auspichiam­o coerenza».

Martino Cerantola (Coldiretti) Tramite deroghe e artifici giuridici, la delibera incentiva il depauperam­ento della superficie agricola a favore del commercio

 ??  ?? Un tema scottante Da anni si cercano leve normative per bloccare la proliferaz­ione dei centri commercial­i, favorendo i negozi al dettaglio nei centri storici
Un tema scottante Da anni si cercano leve normative per bloccare la proliferaz­ione dei centri commercial­i, favorendo i negozi al dettaglio nei centri storici

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