Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La regola «Rifiutiamo cibo frutto di sofferenza, uccisione o sfruttamento di altre specie animali»
lo sviluppo, perciò noi non diamo mai il benestare alla dieta vegana nelle scuole. E anche assumendo integratori, e ciò vale pure per gli adulti, non si raggiunge l’equilibrio garantito dalla dieta mediterranea. L’uomo è onnivoro e deve mangiare un po’ di tutto e con equilibrio, limitando per esempio la carne a due volte la settimana, preferibilmente bianca e non lavorata, come i wurstel». Nemmeno un lato positivo? «Da un punto di vista generale l’alimentazione vegana corretta potrebbe ridurre il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari — osserva il professor Mauro Zamboni, primario di Geriatria e direttore del Servizio di nutrizione clinica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Verona —. Ma solo un esperto nella composizione degli alimenti e nella loro integrazione può creare una dieta bilanciata e nessuna persona comune ha le conoscenze adeguate. I risultati sono deficit nutrizionali per difetto, che possono scatenare anemia, neuropatie e deficit cognitivi. Trovo poi aberrante definire naturale una dieta e prendere vitamine, calcio e ferro in pillole».