Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La regola «Rifiutiamo cibo frutto di sofferenza, uccisione o sfruttamen­to di altre specie animali»

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

lo sviluppo, perciò noi non diamo mai il benestare alla dieta vegana nelle scuole. E anche assumendo integrator­i, e ciò vale pure per gli adulti, non si raggiunge l’equilibrio garantito dalla dieta mediterran­ea. L’uomo è onnivoro e deve mangiare un po’ di tutto e con equilibrio, limitando per esempio la carne a due volte la settimana, preferibil­mente bianca e non lavorata, come i wurstel». Nemmeno un lato positivo? «Da un punto di vista generale l’alimentazi­one vegana corretta potrebbe ridurre il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovasc­olari — osserva il professor Mauro Zamboni, primario di Geriatria e direttore del Servizio di nutrizione clinica dell’Azienda ospedalier­o-universita­ria di Verona —. Ma solo un esperto nella composizio­ne degli alimenti e nella loro integrazio­ne può creare una dieta bilanciata e nessuna persona comune ha le conoscenze adeguate. I risultati sono deficit nutriziona­li per difetto, che possono scatenare anemia, neuropatie e deficit cognitivi. Trovo poi aberrante definire naturale una dieta e prendere vitamine, calcio e ferro in pillole».

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