Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La norma
La guardia di finanza ha agito sulla base dell’Accordo di Madrid, che prevede la repressione delle false o ingannevoli indicazioni di origine della merce: in questo caso, nell’etichetta i prodotti riportavano la bandiera italiana MONTEBELLUNA Nell’etichetta riportavano la bandiera italiana, un simbolo che avrebbe potuto indurre gli acquirenti a ritenere che quei calzini fossero prodotti in Italia mentre invece provenivano da Cina, Turchia e Polonia. Per questo la guardia di finanza di Montebelluna, nell’ambito di uno specifico intervento a tutela del «made in Italy», ha sequestrato 3 milioni di pezzi, per un valore di oltre 1 milione e 800 mila euro. Si tratta di calze e calzini, prodotti per conto di marchi molto noti (fra cui Malerba), trovati dai finanzieri nella sede di un ingrosso di abbigliamento e accessori.
La merce messa in vendita riportava in etichetta il tricolore italiano, con affiancata la dicitura «Style», nonostante si tratti di articoli di fabbricazione cinese, turca e polacca. Una fallace indicazione d’origine che, secondo le Fiamme Gialle, poteva trarre in inganno i consumatori finali. Il rappresentante legale della società è stato denunciato per la violazione dell’Accordo di Madrid, concernente la repressione delle false o ingannevoli indicazioni di origine della merce. La merce sequestrata era pronta per essere posta in vendita sia in Italia sia in Paesi dell’Unione Europea. Un’operazione, quella della guardia di finanza, mirata a tutelare i mercati dall’invasione di prodotti di provenienza incerta o non sicuri per i consumatori.