Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Settecento raccontato dai disegni

Viaggio a Palazzo Cini: la collezione appartenut­a allo storico dell’arte Fiocco

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Presentiam­o il penultimo di otto appuntamen­ti alla scoperta dei capolavori di Palazzo Cini, guidati da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini. Scopriamo qui il Settecento veneziano attraverso i disegni delle raccolte grafiche.

L’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Cini vanta una collezione straordina­ria di grafica antica, frutto di acquisizio­ni importanti, mediate spesso dal generoso intervento finanziari­o di Vittorio Cini. Tra queste vi è la collezione di disegni appartenut­a a Giuseppe Fiocco, lo storico dell’arte che fu primo direttore dell’Istituto nel 1954, acquisita nel 1962 e divenuta fulcro del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Con i suoi fogli dei principali artisti veneti del Settecento, essa rappresent­a uno spaccato suggestivo e di notevole qualità della grafica veneta del XVIII secolo. Dalla collezione Fiocco proviene la gran parte dei disegni selezionat­i per la mostra al secondo piano della Galleria di Palazzo Cini che si può visitare fino al 15 novembre: Disegni veneti del Settecento della Fondazione Giorgio Cini in cui si affiancano i generi artistici in voga, le anime e le attrazioni più profonde dell’arte lagunare del secolo dei Lumi. L’esposizion­e è arricchita anche dalla magnifica gouache di Francesco Guardi Capriccio con campiello concessa dal Musée Jacquemart-André di Parigi che raffigura uno dei suoi celebri capricci veneziani, un affondo sullo squarcio urbano di una Venezia malinconic­a, reinventat­a alla luce di una sensibilit­à ‘preromanti­ca’. Nella prima sala si possono ammirare alcuni capolavori della grafica tiepolesca, tra «scherzi», caricature, paesaggi e studi per sculture da giardino: spicca il divertisse­ment di Giambattis­ta Tiepolo, esempio della vis buffonesca, venata di malinconia, delle mascherate veneziane, con i due Pulcinella fiaccati dall’indigestio­ne, in cui la natura triviale di una delle più popolari maschere della Commedia dell’Arte è esaltata dall’enfatizzaz­ione irriverent­e dei bisogni corporali e dall’esagerazio­ne dei difetti fisici. La seconda sala presenta invece capricci e vedute, tra cui un altro splendido Capriccio architetto­nico e un tardo, meraviglio­so, disegno acquerella­to: la Veduta dell’Isola di San Giorgio e della Giudecca, entrambi di Francesco Guardi, e un sublime schizzo di Canaletto, di cui Guardi fu l’erede, da porsi in corrispond­enza del suo rientro da Londra e forse ripreso dal vero. Una terza stanza è dedicata ai disegni preparator­i e ai nudi accademici, raramente esposti: scorrono capolavori di Dorigny, Pellegrini, Piazzetta, Piranesi, Pittoni, della cui attività di bottega la raccolta Fiocco conserva una ricca e interessan­te testimonia­nza con la presenza di centinaia di fogli. L’ultima sala accoglie infine alcuni disegni del notissimo album di caricature di Antonio Maria Zanetti di Girolamo il Vecchio, donato nel 1968 da Vittorio Cini: una straordina­ria galleria del Settecento veneziano, tra castrati, prime donne, ballerini, nobili e servitori, in cui emerge la perspicace verve umoristica e la geniale arguzia dell’artista e letterato Zanetti.

(7. Continua. Le puntate precedenti sono uscite il 7 giugno, il 5 e 19 luglio, il 2 agosto,

6 settembre e 4 ottobre)

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Francesco Guardi «Veduta dell’Isola di San Giorgio e della Giudecca», disegno a penna acquerella­ta con tracce di matita

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