Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Voucher lavoro, è boom: +75% «Hanno rimpiazzato il nero»
Gli artigiani: «Strumento flessibile per le aziende». E le assunzioni crescono
TREVISO Non è una ripresa vera e propria, ma una «ripresetta» nell’artigianato sì: per la prima volta il saldo fra assunzioni e cessazioni del rapporto di lavoro è positivo. C’è però un altro fenomeno da studiare, nella Marca produttrice: il ricorso sempre più massiccio ai voucher (buoni di lavoro orari) che all’inizio riguardavano solo l’agricoltura, la vendemmia in particolare, e i servizi alla persona in famiglia, ma adesso vengono utilizzati anche in azienda, nel commercio e nel turismo. Un boom che tiene a bada il lavoro nero.
I dati di Confartigianato parlano chiaro: i voucher segnano + 75% nei primi sei mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo 2014. È un mercato da un milione e 241 mila ore, poco meno di quante ne siano state lavorate nell’intero 2014; i lavoratori che le hanno utilizzate sono 18.582, per un impiego medio di 68 ore; ma in un’ipotesi di assunzione, si potrebbero collocare in quel milione di ore lavorate in sei mesi ben 610 assunzioni a tempo pieno.
C’è un altro risvolto, l’emersione di un lavoro prima in nero. Il voucher (Inail e Inps compresi) costa all’azienda 10 euro; il lavoratore ne percepisce ogni ora 7,5 netti, e non vanno a incidere su mobilità o pensioni ai fini del reddito. Le aziende coprono i rischi, il lavoratore anche. È «un’esplosione anoma- la», ammette il presidente Renzo Sartori, ma positiva. «I voucher hanno contribuito a far emergere una quota di nero, può essere in parte anche una bonifica – afferma il responsabile d’area Stefano Garubbo -, mentre in precedenza le aziende dovevano ricorrere ad altre forme contrattuali, o non riuscivano a soddisfare le loro esigenze. La diffusione dei voucher è stata silenziosa ma continua, è uno strumento flessibile, nelle piccole e piccolissime imprese, anche senza dipendenti, consente una prima esperienza pre assunzione, un rapporto di lavoro senza complicazioni adempimentali, un circuito facile. Per una professionalità specifica, magari in pensione, è un modo per dare ancora una mano in azienda».
La ripresetta ha i numeri dalla sua: i contratti a tempo indeterminato crescono del 54%, i tempi determinati del 4,6%, le assunzioni complessivamente del 14% mentre le cessazioni di rapporto diminuiscono del 7,4% . Tuttavia, continua il presidente Sartori, «l’emergenza occupazionale non è finita, abbiamo ancora aziende in ristrutturazione e una coda di sottoccupati, e 500 lavoratori in una zona grigia senza ammortizzatori nel periodo che intercorre fra quelli vecchi e quelli nuovi dal primo gennaio».
Domani sera Confartigianato organizza un convegno su ammortizzatori sociali e jobs act al Bhr Hotel di Quinto alle 18, e c’è preoccupazione. «In due mesi non riusciremo a strutturarci, i tempi sono troppo stretti, e gli artigiani dovranno sostenere costi in più – chiude il direttore Francesco Giacomin -. Bene il sistema di copertura stabile anche per le piccole imprese, ma la cassa in deroga garantiva 5 mesi di ammortizzatori mentre ora saranno 45 giorni su base annua, con la condizione di non incappare in un’altra crisi aziendale nei tre anni consecutivi. Un bonus malus, come per le assicurazioni delle auto».