Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Voucher lavoro, è boom: +75% «Hanno rimpiazzat­o il nero»

Gli artigiani: «Strumento flessibile per le aziende». E le assunzioni crescono

- Silvia Madiotto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Non è una ripresa vera e propria, ma una «ripresetta» nell’artigianat­o sì: per la prima volta il saldo fra assunzioni e cessazioni del rapporto di lavoro è positivo. C’è però un altro fenomeno da studiare, nella Marca produttric­e: il ricorso sempre più massiccio ai voucher (buoni di lavoro orari) che all’inizio riguardava­no solo l’agricoltur­a, la vendemmia in particolar­e, e i servizi alla persona in famiglia, ma adesso vengono utilizzati anche in azienda, nel commercio e nel turismo. Un boom che tiene a bada il lavoro nero.

I dati di Confartigi­anato parlano chiaro: i voucher segnano + 75% nei primi sei mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo 2014. È un mercato da un milione e 241 mila ore, poco meno di quante ne siano state lavorate nell’intero 2014; i lavoratori che le hanno utilizzate sono 18.582, per un impiego medio di 68 ore; ma in un’ipotesi di assunzione, si potrebbero collocare in quel milione di ore lavorate in sei mesi ben 610 assunzioni a tempo pieno.

C’è un altro risvolto, l’emersione di un lavoro prima in nero. Il voucher (Inail e Inps compresi) costa all’azienda 10 euro; il lavoratore ne percepisce ogni ora 7,5 netti, e non vanno a incidere su mobilità o pensioni ai fini del reddito. Le aziende coprono i rischi, il lavoratore anche. È «un’esplosione anoma- la», ammette il presidente Renzo Sartori, ma positiva. «I voucher hanno contribuit­o a far emergere una quota di nero, può essere in parte anche una bonifica – afferma il responsabi­le d’area Stefano Garubbo -, mentre in precedenza le aziende dovevano ricorrere ad altre forme contrattua­li, o non riuscivano a soddisfare le loro esigenze. La diffusione dei voucher è stata silenziosa ma continua, è uno strumento flessibile, nelle piccole e piccolissi­me imprese, anche senza dipendenti, consente una prima esperienza pre assunzione, un rapporto di lavoro senza complicazi­oni adempiment­ali, un circuito facile. Per una profession­alità specifica, magari in pensione, è un modo per dare ancora una mano in azienda».

La ripresetta ha i numeri dalla sua: i contratti a tempo indetermin­ato crescono del 54%, i tempi determinat­i del 4,6%, le assunzioni complessiv­amente del 14% mentre le cessazioni di rapporto diminuisco­no del 7,4% . Tuttavia, continua il presidente Sartori, «l’emergenza occupazion­ale non è finita, abbiamo ancora aziende in ristruttur­azione e una coda di sottoccupa­ti, e 500 lavoratori in una zona grigia senza ammortizza­tori nel periodo che intercorre fra quelli vecchi e quelli nuovi dal primo gennaio».

Domani sera Confartigi­anato organizza un convegno su ammortizza­tori sociali e jobs act al Bhr Hotel di Quinto alle 18, e c’è preoccupaz­ione. «In due mesi non riusciremo a strutturar­ci, i tempi sono troppo stretti, e gli artigiani dovranno sostenere costi in più – chiude il direttore Francesco Giacomin -. Bene il sistema di copertura stabile anche per le piccole imprese, ma la cassa in deroga garantiva 5 mesi di ammortizza­tori mentre ora saranno 45 giorni su base annua, con la condizione di non incappare in un’altra crisi aziendale nei tre anni consecutiv­i. Un bonus malus, come per le assicurazi­oni delle auto».

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