Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Digital single market, un progetto da 415 miliardi per 500 milioni di persone
Quintarelli: «Restare fuori significa fallire». Cogo: «Serve anche un tariffario europeo»
è ancora chi fa una ricerca in rete per sapere cos’è l’Agenda Digitale della Commissione Europea. E per capire il Digital Single Market c’è chi inserisce la parola chiave su Google. Non è ancora entrato nel linguaggio comune ma è qui che sta l’errore, perché è proprio a questo che gli imprenditori e i consumatori dovranno arrivare, nei prossimi anni: il mercato unico europeo per beni e servizi digitali, dove far incrociare ogni domanda e ogni offerta. È un progetto che vale 500 milioni di persone che usano internet, con sempre maggiore frequenza, e potrebbe valere centinaia di migliaia di posti di lavoro, oltre a una crescita economica stimata in 415 miliardi di euro all’anno.
Se ne parla giovedì 22 ottobre al campus scientifico di Mestre dell’Università Ca’ Foscari (in via Torino, ore 10.30) con Antonio Samaritani, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica e presidente dell’intergruppo parlamentare per l’Innovazione Lucilla Sioli, Head of Unit alla Commissione Europea, Stefano Girotto, amministratore delegato Network Impresa, e Gianluigi Cogo, docente Social Media all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
La Digital single market strategy è stata approvata a maggio: comprende 16 iniziative da compiere entro il 2016 e si fonda su tre pilastri: «accesso» (favorire l’uso per consumatori e imprese di beni e servizi online), «ambiente» (sviluppare infrastrutture «Cittadini, imprese e pubblica amministrazione devono rendersi conto che sono parte di un contesto più ampio che offrirà opportunità allargate di mercato con regole condivise. Si auspica ad esempio un identità digitale europea, una sanità digitale europea, un tariffario per i beni e servizi europeo, e penso a quelli telefonici o internet, una net economy e una pubblica amministrazione a supporto delle imprese di tipo europeo».
Gli esempi di chi è entrato nel meccanismo e chi no sono sotto gli occhi di tutti ogni giorno. «Grandi magazzini che negli anni scorsi facevano un “fuoritutto”, vendendo i prodotti a prezzo di acquisto – continua Quintarelli – oggi sono costretti a farne cinque all’anno per reggere la concorrenza dell’e-commerce che ha prezzi più bassi. Gli alberghi costretti ad appoggiarsi a siti di prenotazioni. O i progettisti, che al cliente mostrano degli scaffali digitali con i prodotti che le aziende mettono in rete». «Il Digital Single Market è una cornice indispensabile – riflette Samaritani -. Fra i progetti strategici di AgID ci sono, ad esempio, Spid, una nuova infrastruttura di log-in che permetterà cittadini e imprese di accedere con un’unica identità digitale ai servizi online pubblici e privati, e un’anagrafe nazionale unica, digitale, che andrà a sostituire le più di 8 mila banche dati ad oggi esistenti. Tutto il Paese sarà agganciato entro la fine del 2017».
«DigitalMeet EU: come il digitale può trainare le imprese verso l’internazionalizzazione» è il titolo dell’appuntamento di sabato 24 ottobre dalle 10 alle 12.30 al Caffè Diemme di Albignasego, nel Padovano.
Coordinati dal giornalista di Corriere Innovazione Luca Barbieri e dopo l’introduzione del presidente Unioncamere del Veneto Fernando Zilio, esperti e imprenditori si confrontano sul digitale come motore di sviluppo per le imprese verso l’internazionalizzazione. Ne discutono Pierantonio Macola (Ad di Smau), Davide Dattoli (CoFounder Talent Garden), Franco Conzato (Direttore Padova Promex), Giordano Riello (Presidente GGI Confindustria Veneto), Ivan Leider (CoFounder Talent Garden Barcelona), Rasa Strumskyte ( CoFounder Talent Garden Kaunas).
Non è mistero che l’export è il vero motore di sviluppo del Nordest, finora è stato organizzato per il manifatturiero, il legno, l’agrofood. Per questo nell’incontro si parlerà di come funzionano le imprese innovative giovanili nel resto dell’Europa e come si può ovviare facendo rete a un mondo imprenditoriale privo di dimensione. La convinzione è che le tecnologie digitali stiano dando inizio a una quarta rivoluzione industriale che stravolgerà le dinamiche del mercato manifatturiero che nella sua versione «4.0» è al centro di DigitalMeet.