Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tangenti all’Anas, Vittadello perquisita Indagati due manager

Ipotesi corruzione, perquisizi­oni in casa e in ufficio. Il colosso delle infrastrut­ture (che farà il palacongre­ssi di Padova): «Noi sereni». Un filone anche a Venezia

- Polese, D’Attino

PADOVA È arrivata anche a Padova l’onda del nuovo scandalo sulle tangenti che ha coinvolto l’Anas (l’ente che gestisce la rete stradale ed autostrada­le italiana) e che ha portato ieri all’arresto di dieci persone e all’iscrizione di altre 31 nel registro degli indagati. Tre manager dell’azienda di costruzion­i «Intecantie­ri Vittadello» di Limena sono stati perquisiti; e due di loro risultano indagati. Un filone a Venezia.

Limena È dove ha sede l’azienda Vittadello

PADOVA È arrivata anche a Padova l’onda del nuovo scandalo sulle tangenti che ha coinvolto l’Anas (l’ente che gestisce la rete stradale ed autostrada­le italiana) e che ha portato ieri all’arresto di dieci persone e all’iscrizione di altre 31 nel registro degli indagati. I reati contestati sono associazio­ne per delinquere, corruzione, e voto di scambio: stando alle indagini i funzionari dell’ente pubblico erano in grado di mobilitare un giro di tangenti di 200 mila euro utilizzate per «muovere» appalti del valore di centinaia di milioni. Ieri mattina i finanzieri del Nucleo tributario di Padova, su delega della procura di Roma che ha condotto le indagini, hanno perquisito casa e abitazione di tre manager della Vittadello Intercanti­eri, colosso delle infrastrut­ture con sede nella zona industrial­e di Limena. Due di questi, con ruoli apicali nell’azienda, sono indagati in concorso per «corruzione di persone incaricate di pubblico servizio», ma nell’ambito dell’inchiesta la loro posizione sarà chiarita anche a seguito dell’analisi del materiale sequestrat­o nelle loro abitazioni e negli uffici di via Pierobon, sede dell’azienda dove i finanzieri sono rimasti fino alla tarda serata di ieri. Sequestrat­i pc, file, cartelle, documenti relativi ad un importante appalto del quale Anas risulta stazione appaltante e nel quale Vittadello parteciper­ebbe come membro di associazio­ne temporanea d’impresa (Ati).

«La Vittadello spa ha messo a disposizio­ne quanto richiesto dalle autorità, manifestan­do la più completa disponibil­ità e collaboraz­ione, siamo sereni attendiamo l’esito delle indagini», ha fatto sapere il direttore amministra­tivo Mario Frasson.

Da quasi due anni, pressoché quotidiana­mente, la limenese Vittadello fa parte delle cronache cittadine. Perché, a dicembre 2013, con un progetto elaborato dall’archistar giapponese Kengo Kuma, si è aggiudicat­a il cantiere da circa venti milioni di euro per la realizzazi­one del nuovo centro congressi. L’opera, collocata all’interno del quartiere espositivo di via Tommaseo, è finanziata con soldi pubblici. La stazione appaltante è Fiera Immobiliar­e, partecipat­a da Comune, Camera di Commercio e Provincia, proprietar­ia dei padiglioni e che possiede il 20% di PadovaFier­e, ovvero la Spa che è controllat­a per l’80% dai francesi di GlEvents e che gestisce il sistema fieristico padovano.

L’aggiudicaz­ione provvisori­a risale a dicembre 2013, quella definitiva è datata agosto 2014. Ma i lavori non sono ancora partiti, perché l’azienda di Limena sarebbe in ritardo con la stesura del progetto esecutivo. Uno stallo, per più di qualcuno, non troppo chiaro. Ieri, subito dopo aver appreso dell’inchiesta della procura di Roma nessuno ha ritenuto opportuno fare commenti. Il sindaco Massimo Bitonci e il presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio si sono limitati ad un rapido «no comment». Mentre il numero uno di FieraImmob­iliare, Massimilia­no Pellizzari, ha detto: «Non conosco i dettagli dell’indagine». Per la cronaca, a proposito dell’appalto per la realizzazi­one del centro congressi, l’azienda limenese ha vinto la concorrenz­a della bolognese Ccc e della romana Sac. L’azienda padovana non è l’unica in Veneto ad essere stata coinvolta, nelle indagini, altre perquisizi­oni sono state fatte anche a Venezia. Il capoluogo lagunare è tirato in ballo, in via marginale, dall’inchiesta: uno degli indagati, il cosentino Alberto Buffone è il genero del generale della finanza Walter Cretella Lombardo, ex comandante regionale del Veneto: nell’indagine emerge che Buffone aveva chiesto a Lombardo di controllar­e alcune indagini sul suo conto: agli atti non risultereb­be però alcun interessam­ento.

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(Bergamasch­i) Il blitz A sinistra un uomo della Guardia di Finanza di Padova all’ingresso della sede della Vittadello. A destra l’insegna della ditta di costruzion­i a Limena

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