Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Berengo: «La mia mostra un successo grazie a Brugnaro»
Apre la mostra, il fotografo ironico: boomerang per il sindaco
«Bloccando la mia mostra a Palazzo Ducale il sindaco Luigi Brugnaro mi ha fatto un grande favore, tutti i giornali italiani e stranieri ne hanno parlato diffusamente. Mi ha dato dello “sfigato”, dell’”intellettuale da strapazzo”, ha detto che avrei denigrato Venezia. Mi ha perfino accusato di aver usato chissà che teleobiettivi. Pensare che ho addirittura dovuto usare dei grandangoli perché le navi erano così grandi che non entravano nel mirino».
Alla presentazione della sua mostra «Venezia e le grandi navi» da ieri e fino al 6 gennaio al negozio Olivetti di piazza San Marco, Gianni Berengo Gardin ha evitato, durante il racconto pubblico del suo progetto, ulteriori polemiche lasciando i responsabili del Fai parlare per lui e inserendo però una sua «lettera al sindaco» tra i documenti distribuiti. Uno sfizio, sì, se l’è tolto: «Non voglio mettermi sullo stesso piano del sindaco ma vorrei che un paio di cose le sapesse – ha detto Gardin – quando dice che non sono veneziano commette un grosso errore. La mia famiglia è veneziana da cinque generazioni, sono nato a santa Margherita Ligure quasi per caso. Amo Venezia e ci ho passato quasi 30 anni».
Agguerriti i rappresentanti del Fai di tutta Italia salivano sulle barricate ideologiche della difesa a spada tratta dell’arte e della salvaguardia: Giulia Maria Crespi, presidente onorario, Andrea Carandini, presidente del Fai, Marco Magnifico, vicepresidente del Fai, Francesca Barbini, presidente Fai Venezia e Maria Camilla Bianchini d’Alberigo, ex presidente veneziana. Hanno parlato di «scandalo Venezia», della necessità di correre ai ripari di fronte ad un turismo invadente e ad una città fragile. Hanno dato un «tetto» allo sfrattato Gardin, nel negozio Olivetti. In uno spazio molto angusto rispetto alle necessità, le 27 foto mostrano «i mostri di Venezia». Le grandi navi alte come condomini che interrompono lo skyline e se ne appropriano, invadendo lo spazio dello sguardo. Ieri a portare il suo appoggio all’operazione anche il sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali, Ilaria Borletti Buitoni: «Qualcuno in questi giorni mi ha chiesto di essere cauta, perché rappresento il Governo che sulla questione grandi navi non ha ancora preso una posizione chiara – ha detto lei – ma io penso che la buona politica non debba tradire le convinzioni personali».