Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Poliziotto assenteista, la Procura vuole il processo
Le accuse: falsificava gli orari, usciva prima di fine turno, lasciava incustodita l’armeria
BELLUNO Assistente della polizia di Stato indagato per truffa, falsità ideologica e abbandono del posto di lavoro. Faceva figurare di aver lavorato più ore rispetto a quelle realmente effettuate. Per Michele Menestrina, 55 anni, originario di Udine ma residente nel Bellunese, attualmente ancora in servizio in Questura a Belluno, la Procura guidata da Francesco Saverio Pavone si appresta a chiedere il rinvio a giudizio.
Tre le accuse al poliziotto (avvocato Paolo Patelmo) che risponde con un «no comment». La prima è di aver falsificato ingressi e uscite dal luogo di lavoro, avendo però percepito il salario anche per il tempo che non era in servizio.
L’agente, in carico all’ufficio tecnico-logistico della Questura, secondo il Pm faceva figurare nei fogli di presenza orari diversi da quelli effettivamente svolti. Sarebbe stato «pizzicato» mentre sottoscriveva gli orari d’ingresso e d’uscita in contemporanea all’inizio turno. Così facendo si allontanava dall’ufficio prima della scadenza prevista. I giorni di violazioni accertati sarebbero parecchi: si parla addirittura di una ventina compresi tra il maggio e la fine del luglio scorsi. Nel solo mese di luglio avrebbe tentato di «imbrogliare» i suoi stessi colleghi (che hanno effettuato le indagini coordinati dal procuratore Francesco Saverio Pavone) per quasi due settimane di fila.
Il secondo reato che si contesta a Menestrina è la truffa continuata. Violando i doveri di un poliziotto che lavora per conto dello Stato, la truffa si sostanzierebbe nell’aver falsificato i fogli di presenza, quindi inducendo in errore l’amministrazione di appartenenza, essendosi così procurato un ingiusto profitto per i pagamenti di orari di servizio ordinari e straordinari.
Da ultimo gli viene contestato dal procuratore della Repubblica di aver abbandonato il posto di lavoro, in particolare il deposito-magazzino delle armi che era sotto la sua sorveglianza.
Il questore di Belluno, Michele Morelli, sul procedimento che riguarda un suo sottoposto dice solo che «la giustizia fa il suo corso e quando ci sarà la decisione definitiva adegueremo la posizione dell’assistente di polizia indagato dalla Procura della Repubblica».
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