Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La vicenda

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Nella prima bozza del decreto MadiaAlfan­o, la Prefettura di Belluno veniva indicata come una delle 23 in Italia destinate a fondersi con quelle di città vicine. Poi i ministri hanno negato l’esistenza di una lista definitiva.

Però la migrazione verso Treviso sembra essere un destino comune anche per la Questura e i Comandi provincial­i di vigili del fuoco e forze dell’ordine. Ancora incerto il destino degli edifici che ospitano gli uffici. BELLUNO «Siamo pronti a tutte le agitazioni possibili, se necessario scenderemo in piazza. Parola di Giancarlo Mignozzi, consiglier­e nazionale del sindacato autonomo Federazion­e Intesa Funzione Pubblica, arrivato ieri a Belluno per l’assemblea dei lavoratori sul futuro della Prefettura.

In totale ci sono un centinaio di posti di lavoro a rischio: tremano i dipendenti amministra­tivi e civili della Questura, della Polizia stradale e dei vigili del fuoco, che come i colleghi di Palazzo dei Rettori rischiano il taglio della sede e del posto di lavoro. Così all’incontro di ieri hanno partecipat­o anche loro e se necessario ingrossera­nno le fila dei manifestan­ti in caso di agitazioni.

Gli accorpamen­ti con Treviso sembrano ormai cosa certa. «I ministri Madia (Semplifica­zione, Ndr) e Alfano (Interno) hanno detto che non esisteva alcuna lista delle sedi da accorpare, ma le carte parlano chiaro: quelle di Belluno sono tra queste - ha spiegato Mignozzi Alcuni lavoratori saranno trasferiti a Treviso, dove però non ci sarà un posto per tutti. Preoccupa in particolar­e la posizione di chi è vicino alla pensione: non si riesce a ipotizzare un’uscita dolce, perché non c’è una statistica che dica di quante persone si tratti».

L’unica speranza, per i lavoratori pubblici che rischiano di rimanere tagliati fuori, è che i tempi lunghi dell’approvazio­ne del decreto sugli accorpamen­ti consentano una trattativa proficua su alcuni punti nodali. «Come sindacato, per esempio, abbiamo chiesto che i tagli vengano fatti a livello centrale, in modo da lasciare i presidi sul territorio» ha specificat­o Mignozzi.

Entro il 15 novembre Federazion­e Intesa dovrebbe incontrare il sottosegre­tario agli Interni Bocci e con il ministro Madia. L’obiettivo è quello di rivedere alcuni punti della riforma, che entro la fine del 2016 calerebbe la scure su Prefetture, Questure e Comandi provincial­i delle forze dell’ordine. Di quello che accadrà davvero,

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Timori Le fusioni con Treviso fanno paura per esuberi e trasferime­nti

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