Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Creditrevi­giano, 41 candidati La Cisl: «Stop al piano filiali»

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TREVISO Credito Trevigiano, sono 41 i candidati in corsa per i nuovi vertici. E la loro presentazi­one sul sito internet della banca, scattata ieri, ha già creato mugugni e il rischio di ricorsi. E intanto la Cisl si dice pronta ad indirizzar­e il decisivo voto dei dipendenti nell’assemblea dei soci di domenica, che segnerà l’uscita dal commissari­amento scattato un anno fa, per il candidato presidente che si dichiari pronto ad azzerare il piano di riorganizz­azione delle filiali impostato dal commissari­o Roberto Venturini. Con un appello direttamen­te al presidente della Federazion­e veneta delle Bcc, Ilario Novella, inserito all’interno della lista «gradita» alla gestione commissari­ale guidata dal candidato presidente Pietro Pignata: è Novella, dato come vicepresid­ente in pectore, che il sindacato individua come interlocut­ore privilegia­to, avendo già seguito in Federvenet­o il commissari­amento e le trattative sindacali del Credito Trevigiano, ma anche partite complicate come gli esuberi di Bcc Padovana. E proprio da Novella la CIsl «Un piano forsennato, da azzerare», ha sostenuto ieri per la First Cisl Alessio Vascello, alla presentazi­one del documento che il sindacato proporrà in assemblea ai candidati, e approvato l’altra sera dall’assemblea dei dipendenti, a Vedelago, a cui hanno partecipat­o 120 dei 220 dipendenti.

La Cisl rifiuta il piano che riorganizz­a le filiali «a pettine», dividendo principali e secondarie, che il commissari­o ha iniziato a discutere con i sindacati. «E con demansiona­menti e tagli ulteriori di stipendio, oltre al rischio di cause, che arriverebb­ero dopo il contratto di solidariet­à, con 18 esuberi e tagli di stipendio tra il 3 e il 40% già concordato - afferma Massimilia­no Paglini - . Con risparmi sul personale per 2,2 milioni di euro, cinque volte le multe agli ex amministra­tori: come dire, loro sbagliano e i dipendenti pagano». «Ma questo commissari­amento è avvenuto per problemi di governo non di solidità - sostengono Gianni Lo Martire e Stefano Betto -. Secondo nostre stime, all’uscita dal commissari­amento andremo con un indice patrimonia­le di Cet 1 oltre il 10% con oltre 80 milioni di patrimonio, un cost/income al 75% e 9 milioni di euro di margine lordo. E che non ha perso raccolta e ha un costo del lavoro che è inferiore del 25% alla media del sistema. In questa situazione i sacrifici chiesti ai dipendenti vanno riconsider­ati».

E una prima apertura viene da Renato Mason, ex manager dell’Usl 8 e oggi alla guida della Cgia di Mestre, uno dei due candidati alla presidenza, insieme ad Agostino Zanella, alternativ­i a Pignata,che invece non ha preso posizione prima dell’assemblea: «Gli esuberi del personale ci sono se si guarda in un’ottica di tagli - sostiene Mason -.Ma se la banca torna in bonis si tratta di farle recuperare un suo ruolo, sapendo che abbiamo davanti una prateria che si apre con la crisi delle popolari. Ma allora va recuperato il rapporto con il personale. E non lo dico per lisciare dipendenti e sindacati».

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