Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Salvini: «Dal Veneto 130 bus a Bologna» Zaia: «Niente fronde»

- Elfrida Ragazzo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VICENZA «Una volta tanto questo incontro è servito a me, non sono stato io a servire a qualcuno». Dopo quasi due ore di dibattito, Matteo Salvini ieri pomeriggio è uscito dall’Hotel Alfa di Vicenza ringrazian­do i segretari, i sindaci e i colonnelli leghisti che, tra applausi e «W San Marco» hanno promesso di non mancare alla manifestaz­ione contro il governo in programma l’8 novembre a Bologna. Un appuntamen­to a cui il leader del Carroccio tiene moltissimo, tanto da chiamare a raccolta i leghisti veneti e motivarli, nel timore di una scarsa adesione. E, ha fatto sapere, questo sarebbe un modo da parte dei militanti per ripagarlo del suo impegno: del suo continuo girovagare tra paesi e trasmissio­ni televisive per la causa leghista.

Per Bologna l’obiettivo è «130 pullman dal Veneto, adesso siamo alla metà e ce la faremo. E’ un record storico – ha detto in tono trionfalis­tico Salvini – Ogni sindaco e segretario “adotti” un pullman per portare le istanze del suo paese. E dopo Bologna gli italiani avranno un’alternativ­a a Matteo Renzi». Il Veneto è per Salvini «una regione che vola, fa tantissimi iscritti e deve essere modello a livello nazionale» ed è anche per questo che ieri ha parzialmen­te frenato sull’idea girata in questi giorni del governator­e Luca Zaia candidato premier. L’interessat­o dice che ha già il premierato in Veneto e il segretario federale lascia la questione in sospeso, commentand­o: «Zaia è stato appena rieletto a furor di popolo per rilanciare a livello europeo il Veneto. Quando manderemo a casa Renzi decideremo cosa fare».

Zaia, davanti ad una platea di 250 persone (compresi parlamenta­ri, assessori e consiglier­i regionali) ha chiesto di essere una squadra, allontanan­do lo spettro delle fronde interne. «Fuori non ci ferma nessuno, ma al nostro interno c’è l’incognita di qualche turbolenza in volo. Non siamo più i leghisti di vent’anni fa con la mimetica – ha affermato – abbiamo idee e numeri». Subito dopo Bologna bisogna rimettersi al lavoro per il congresso veneto, per ridar vita alla struttura «nathional» ora in mano al commissari­o Giampaolo Dozzo, dopo la defenestra­zione del sindaco di Verona Flavio Tosi. «L’obiettivo è la tenuta» ha esortato Dozzo, ricordando che il congresso sarà il 24 gennaio, e augurandos­i che a Bologna ci sia maggior partecipaz­ione rispetto all’ultima manifestaz­ione di Cittadella. Tutti parlano di fare gruppo, anche Salvini che in merito al segretario veneto da eleggere sarebbe per la linea dell’autonomia interna, a patto che il candidato sia unitario e con una squadra solida alle spalle. C’è poi chi ha provato a portare in sala il tema dell’indipenden­za e la risposta è stata che il progetto di Salvini è sì nazionale («L’Italia può andare solo unita contro l’Europa»), però l’attenzione sulla questione veneta resta alta. Immancabil­e, infine, l’accenno alla legittima difesa, dopo i casi degli ultimi giorni. «La proprietà privata è sacra – è l’opinione di Salvini –. Non invito alle armi a nessuno, ma ladri e rapinatori non devono trovare il paradiso in terra qui».

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