Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tre migranti al lavoro in nero

Blitz a Villorba, 20 euro al giorno in carrozzeri­a. «Non un caso isolato»

- Nicola Zanetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VILLORBA «Temo purtroppo che non si tratti di un caso isolato. E’ la dimostrazi­one che la maggior parte di quelli arrivati in Veneto sono migranti economici, non certo in fuga dalla guerra». II sindaco di Villorba Marco Serena è lapidario su quanto accaduto qualche giorno fa nella sua città.

Un blitz della polizia locale ha scoperto la presenza di tre profughi che lavoravano in nero per conto di un residente di origini campane, proprietar­io di una carrozzeri­a in zona industrial­e. 20 euro di paga giornalier­a per i giovani migranti nigeriani. Due di loro sono ospitati in una comunità di Mogliano Veneto, il terzo a Conegliano. Ogni giorno facevano la spola per Villorba: un paio lavorava nella carrozzeri­a, l’altro nella gestione di un deposito di merce rubata dagli ecocentri di tutta la provincia. La prima segnalazio­ne di strani movimenti nell’area del capannone ha convinto i vigili ad approfondi­re l’indagine con una serie di appostamen­ti, prima di entrare in azione a colpo sicuro. Quando avevano già individuat­o due dei tre migranti in azione, l’arrivo di un furgone ha svelato la seconda attività illecita. All’interno del mezzo si trovavano apparecchi ed elettrodom­estici sottratti ai Cerd. Le indagini ora dovranno stabilire come l’uomo abbia reclutato i ragazzi, e se fosse la prima volta. L’ombra inquietant­e è quella di un sommerso fatto di profughi impiegati come manodopera in nero. Quelli scoperti dalla polizia locale si trovano in attesa del riconoscim­ento del loro status, e per legge non possono lavorare. «Questo è lo specchio della gestione folle dei nostri governanti – tuona Serena, il sindaco che nel luglio scorso caricò in pullman 47 profughi abbandonat­i nel suo comune e li portò al Comando dei carabinier­i di Treviso - stiamo accogliend­o chiunque, senza distinzion­i, lasciando che persone senza scrupoli approfitti­no della situazione. Intanto i nostri artigiani fanno la fame» .

Serena La dimostrazi­o ne che i profughi sono per lo più migranti economici

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