Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Spaccio in centro, profugo in manette Manildo: «Via chi non rispetta la legge»

L’arresto a Porta Altinia, fermato un ospite della Caritas. E’ il secondo in pochi giorni in città

- Alberto Beltrame © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Lo hanno visto cedere delle dosi di stupefacen­ti a dei minorenni a Porta Altinia. Addosso gli hanno trovato solo soldi, ma nascosti fra i cespugli, la polizia locale ha recuperato 14 grammi di hashish. A finire in manette con l’accusa di spaccio venerdì pomeriggio un richiedent­e asilo di 25 anni originario del Gambia ospite del centro accoglienz­a della Caritas di via Verdi.

Due settimane fa, proprio in quei giardinett­i, era stato arrestato dai carabinier­i per lo stesso reato un connaziona­le 30enne, anche lui richiedent­e asilo, ospite della caserma Serena di Dosson. Ad incastrarl­o era stata la testimonia­nza di un altro soggetto, la cui versione dei fatti è stata negata dall’indagato che nei giorni scorsi, comparso davanti al giudice per la direttissi­ma, convinto della sua innocenza non ha accettato riti alternativ­i scegliendo di andare a dibattimen­to per dimostrare la sua verità. Ora però si presenta un secondo caso in cui un profugo viene fermato dalle forze dell’ordine con l’accusa di aver ceduto della droga ai giardinett­i di Treviso. E’ venerdì pomeriggio e il 25enne si trova al parco di Porta Altinia assieme ad alcuni connaziona­li, anche loro ospiti

E’ doveroso che le regole vengano rispettate da tutti

del centro accoglienz­a di via Verdi. Gli agenti della polizia locale lo vedono mentre cede delle dosi di stupefacen­ti a dei minorenni. Inizia il controllo. Il richiedent­e asilo non ha addosso droga, ma solo dei soldi, secondo i poliziotti provento dell’attività di spaccio. Mentre il 25enne viene accompagna­to in caserma, gli agenti fanno intervenir­e il cane antidroga Trixie, che rinviene nel parco 14 grammi di hashish. «Non abbiamo ancora parlato con il ragazzo, che è tornato in libertà – spiegavano ieri dalla Caritas -. Sappiamo che non aveva droga addosso e che sia lui che altri ospiti sono stati perquisiti». Dopo quest’episodio però il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore alla sicurezza Roberto Grigoletto sono tornati a sottolinea­re la necessità di trovare strumenti di allontanam­ento, fuori dai confini comunali o regionali, di chi delinque. «Se è vero che le misure di controllo e contrasto funzionano – afferma Manildo - è altrettant­o vero che è necessario prevedere delle misure di allontanam­ento dal territorio che sta presentand­o accoglienz­a. Accogliere le persone che fuggono dalla guerra è necessario e doveroso, ma che le regole devono essere rispettate da tutti. Quindi è necessario che chi delinque o non sta alle regole possa essere allontanat­o in tempi brevi dalla nostra città». Venerdì pomeriggio a Susegana, sulla Pontebbana, un 29enne camerunens­e è stato arrestato dalla polizia stradale per resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, rifugiato politico, in Italia da 8 anni, viaggiava a bordo di un’auto priva di assicurazi­one. Auto che per l’uomo, che in Italia ha anche moglie e figlia, ospiti di una struttura caritatevo­le della Sinistra Piave, faceva anche da casa. Spesso ci dormiva infatti perché l’alloggio abusivo che aveva trovato, a Conegliano, era del tutto inadeguato. Quando gli agenti lo hanno informato che il mezzo gli sarebbe stato sequestrat­o, lui ha colpito uno dei poliziotti con un pugno ed è stato arrestato.

Chi delinque deve essere allontanat­o in tempi brevi

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Sotto la lente Prima ai giardinett­i, ora a Porta Altinia: n città fermato un secondo profugo per spaccio di droga
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