Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Spaccio in centro, profugo in manette Manildo: «Via chi non rispetta la legge»
L’arresto a Porta Altinia, fermato un ospite della Caritas. E’ il secondo in pochi giorni in città
TREVISO Lo hanno visto cedere delle dosi di stupefacenti a dei minorenni a Porta Altinia. Addosso gli hanno trovato solo soldi, ma nascosti fra i cespugli, la polizia locale ha recuperato 14 grammi di hashish. A finire in manette con l’accusa di spaccio venerdì pomeriggio un richiedente asilo di 25 anni originario del Gambia ospite del centro accoglienza della Caritas di via Verdi.
Due settimane fa, proprio in quei giardinetti, era stato arrestato dai carabinieri per lo stesso reato un connazionale 30enne, anche lui richiedente asilo, ospite della caserma Serena di Dosson. Ad incastrarlo era stata la testimonianza di un altro soggetto, la cui versione dei fatti è stata negata dall’indagato che nei giorni scorsi, comparso davanti al giudice per la direttissima, convinto della sua innocenza non ha accettato riti alternativi scegliendo di andare a dibattimento per dimostrare la sua verità. Ora però si presenta un secondo caso in cui un profugo viene fermato dalle forze dell’ordine con l’accusa di aver ceduto della droga ai giardinetti di Treviso. E’ venerdì pomeriggio e il 25enne si trova al parco di Porta Altinia assieme ad alcuni connazionali, anche loro ospiti
E’ doveroso che le regole vengano rispettate da tutti
del centro accoglienza di via Verdi. Gli agenti della polizia locale lo vedono mentre cede delle dosi di stupefacenti a dei minorenni. Inizia il controllo. Il richiedente asilo non ha addosso droga, ma solo dei soldi, secondo i poliziotti provento dell’attività di spaccio. Mentre il 25enne viene accompagnato in caserma, gli agenti fanno intervenire il cane antidroga Trixie, che rinviene nel parco 14 grammi di hashish. «Non abbiamo ancora parlato con il ragazzo, che è tornato in libertà – spiegavano ieri dalla Caritas -. Sappiamo che non aveva droga addosso e che sia lui che altri ospiti sono stati perquisiti». Dopo quest’episodio però il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore alla sicurezza Roberto Grigoletto sono tornati a sottolineare la necessità di trovare strumenti di allontanamento, fuori dai confini comunali o regionali, di chi delinque. «Se è vero che le misure di controllo e contrasto funzionano – afferma Manildo - è altrettanto vero che è necessario prevedere delle misure di allontanamento dal territorio che sta presentando accoglienza. Accogliere le persone che fuggono dalla guerra è necessario e doveroso, ma che le regole devono essere rispettate da tutti. Quindi è necessario che chi delinque o non sta alle regole possa essere allontanato in tempi brevi dalla nostra città». Venerdì pomeriggio a Susegana, sulla Pontebbana, un 29enne camerunense è stato arrestato dalla polizia stradale per resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, rifugiato politico, in Italia da 8 anni, viaggiava a bordo di un’auto priva di assicurazione. Auto che per l’uomo, che in Italia ha anche moglie e figlia, ospiti di una struttura caritatevole della Sinistra Piave, faceva anche da casa. Spesso ci dormiva infatti perché l’alloggio abusivo che aveva trovato, a Conegliano, era del tutto inadeguato. Quando gli agenti lo hanno informato che il mezzo gli sarebbe stato sequestrato, lui ha colpito uno dei poliziotti con un pugno ed è stato arrestato.
Chi delinque deve essere allontanato in tempi brevi