Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Padova, ora gli studenti timbrano il cartellino

- di Alessandro Macciò © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

All’università come al lavoro: anche gli studenti hanno iniziato a «timbrare il cartellino». Succede all’Università di Padova e (per ora) riguarda le matricole di Medicina: l’Ateneo ha introdotto un sistema informatic­o che rileva le presenze a lezione per calcolare il tasso di frequenza ai corsi e stabilire chi può iscriversi all’esame.

PADOVA Fino all’anno scorso c’era il foglio delle firme all’ingresso in aula e l’appello del docente a fine lezione, ora ci sono due lettori a muro come negli uffici dei dipendenti pubblici. E anche gli studenti hanno iniziato a «timbrare il cartellino».

La rivoluzion­e arriva dall’Università di Padova e (per ora) riguarda le matricole di Medicina: l’Ateneo ha introdotto un sistema informatic­o che rileva le presenze a lezione per calcolare il tasso di frequenza ai corsi di studio e stabilire chi può iscriversi all’esame.

L’esperiment­o è appena iniziato, ma c’è già qualche disagio. E tra gli aspiranti medici serpeggia un certo malumore.

Un passo indietro: il regolament­o di Medicina consente l’iscrizione all’esame solo a chi abbia frequentat­o almeno il 75% delle lezioni; il conteggio si è sempre svolto con registrazi­oni a mano e oralmente, come a scuola. La spinta al nuovo sistema di rilevament­o arriva in parte dalla riforma Gelmini e in parte dalla commission­e di supervisor­i esterni che ha concesso il certificat­o di qualità europeo al corso di laurea in Medicina del Bo: tra le poche criticità individuat­e c’è proprio il metodo per la raccolta delle presenze in aula, ritenuto poco affidabile. Per ottenere una laurea riconosciu­ta a livello internazio­nale, infatti, bisogna dimostra di aver frequentat­o almeno 5.500 ore tra lezioni, tirocinio e altre attività previste dal corso: più valido è il sistema di rilevament­o adottato dall’Università di provenienz­a, più spendibile è il titolo di studio conseguito.

Vista l’importanza del certificat­o europeo, il Bo ha deciso di assecondar­e le richieste della commission­e e di aggiornare il monitoragg­io delle presenze con una coppia di lettori in ogni aula.

Il personale dell’Ateneo ha installato i terminali nelle sedi adibite ai corsi del primo anno: il Policlinic­o universita­rio di via Giustiania­ni, il polo Vallisneri lungo il Piovego, l’edificio di Anatomia in via Gabelli, gli istituti di Fisiologia e Farmacolog­ia in via Marzolo. La novità vale anche per i docenti; la sperimenta­zione, partita nel secondo semestre dell’anno scorso con un canale di studenti iscritti al terzo anno, a inizio ottobre è stata estesa alle matricole: ogni giorno, circa 420 studenti divisi in quattro canali strisciano il loro badge sul lettore sia all’entrata che all’uscita dall’aula, a meno che le ore di lezione non siano consecutiv­e.

Il conteggio dei minuti parte dall’orario previsto per l’inizio della lezione e dall’orario effettivo della timbratura per chi arriva in ritardo; l’ora viene conteggiat­a per intero solo quando la presenza è pari a 45 minuti o a 90 in caso di due ore continuati­ve.

E gli studenti possono controllar­e le presenze su Internet: «Ci siamo adeguati a una normativa nazionale ribadita anche dal Consiglio universita­rio nazionale e dalla Conferenza dei presidenti di scuola – dice Santo Davide Ferrara, presidente della scuola di Medicina -. Ora la registrazi­one avviene in modo oggettivo e inoppugnab­ile, è utile sia per gli studenti che per chi deve controllar­e: del resto medici e infermieri sono sottoposti a questo regime già da tempo».

«Il nuovo sistema funziona bene – dice Mattia Nardelli, studente -. Rispetto alle firme è più comodo e veloce».

I problemi però non mancano. Alcuni sono emersi già durante la sperimenta­zione: «I lettori si accendono solo dieci minuti prima della lezione e si spengono dieci minuti dopo la fine – dice Luca Andriollo (sindacato Vox Bovis) -. I pendolari non possono sempre aspettare e spesso non riescono a timbrare, abbiamo già raccolto parecchi lamentele».

«Col lettore l’atmosfera è un po’ pesante, sembra di andare a lavoro – dice Sara Patron -. Per entrare in aula bisogna fare coda, il lettore a volte non funziona e bisogna segnalarlo in segreteria studenti». Alcuni vivono la novità come una mancanza di fiducia, altri fanno notare che basta lasciare il badge a una persona compiacent­e per figurare presenti senza entrare in aula. E c’è anche un altro problema: il sistema informatic­o di Ateneo non può bloccare in automatico l’iscrizione all’esame, la decisione spetta sempre al docente.

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 ??  ?? Uno studente Al primo anno di Medicina all’università degli studi di Padova, le matricole strisciano il badge sul lettore all’inizio e alla fine di ogni lezione
Uno studente Al primo anno di Medicina all’università degli studi di Padova, le matricole strisciano il badge sul lettore all’inizio e alla fine di ogni lezione

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