Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Rifiuti, differenzi­ata a livelli record «Ma dovremo aprire Ca’ del Bue»

Bottacin: «Il termovalor­izzatore veronese inserito dal governo tra quelli strategici» Passata la crisi, la produzione di spazzatura torna a crescere. Scoperti 130 illeciti

- Ma.Bo. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Stop alle discariche e agli incenerito­ri, com’è già stato stabilito dal piano rifiuti approvato sul finire della scorsa legislatur­a. Ma con un’eccezione «imposta dal governo», a detta dell’assessore all’Ambiente Gian Paolo Bottacin: Ca’ del Bue. Il termovalor­izzatore veronese, in bilico da anni e contro il quale si è schierato anche il governator­e Luca Zaia, rientra infatti tra i 12 impianti strategici individuat­i dallo «Sblocca Italia»: «Con un’inaccettab­ile ingerenza - ha spiegato ieri Bottacin, in occasione della presentazi­one del consueto report Arpav-Regione sui rifiuti - e a prescinder­e dal nostro parere contrario, il governo sta spingendo per l’attivazion­e di Ca’ del Bue, un impianto che non serve al Veneto visto che abbiamo già raggiunto la piena autosuffic­ienza nel processo di smaltiment­o. Di più: identifica­ndolo come impianto di “valenza strategica nazionale”, lo predispone all’accoglienz­a di rifiuti anche da fuori regione». Che può fare Palazzo Balbi? Poco, secondo Bottacin: «Abbiamo suggerito al governo il commissari­amento delle Regioni che si rifiutano di attivare nuovi termovalor­izzatori nonostante non abbiano raggiunto l’autosuffic­ienza e annunciamo sin d’ora l’impugnazio­ne di qualsiasi provvedime­nto apra Ca’ del Bue. Dopo di che, la riforma costituzio­nale in discussion­i in parlamento sottrae la competenza ambientale alle Regioni per darla allo Stato, per cui i margini per opporsi si fanno più risicati».

Tra le curiosità emerse dal report presentato dal direttore di Arpav Carlo Emanuele Pepe e dal dirigente dell’Ambiente Alessandro Benassi, report che conferma una volta di più il primato del Veneto nella raccolta differenzi­ata (è al 65,3%, oltre la soglia fissata a livello nazionale al 65%, con 163 Comuni al 76% e punte nel Trevigiano oltre l’80%), c’è l’aumento della produzione di rifiuti, in calo costante dal 2010 ed ora salita dell’1,3% a 2 milioni 241 mila tonnellate, particolar­e identifica­to dai tecnici come uno dei segnali della ripresa (durante la crisi si è prodotto meno e si sono abbassati i consumi, riducendo giocoforza gli scarti). La produzione pro capite è di 445 chili l’anno, tra i più bassi in Italia e in questo conteggio pesa anche la produzione dei turisti (quelli registrati, ovviamente, non i giornalier­i), che comporta un aumento medio del 3,4% che sale però ad uno strabilian­te 60% nei Comuni turistici, con ripercussi­oni facilmente immaginabi­li sui costi di gestione. Fa riflettere anche il costo medio pro capite del sistema di smaltiment­o, stimato in 119 euro l’anno. Secondo uno studio del Sole 24 Ore, l’abbinata Imu e Tasi, in cui rientra anche il costo di smaltiment­o, viaggia in Veneto ad una media di 327 euro anno, quasi il triplo. «Ma a quel risultato si arriva per altre vie - spiega Benassi - di tipo finanziari­o».

Infine, i controlli: «In Veneto abbiamo 1.521 impianti di smaltiment­o - ha ricordato Pepe - lo scorso anno ne abbiamo ispezionat­i 361, riscontran­do 130 illeciti penali e amministra­tivi». Entro fine anno, la Regione conta poi di chiudere gli accordi di programma con la rete della grande distribuzi­one per recuperare le eccedenze alimentari, mentre si sviluppano iniziative per il compostagg­io domestico, la vendita di detersivi alla spina, la diffusione dei pannolini lavabili, l’uso dell’acqua di rubinetto, il risparmio della carta in ufficio e l’allestimen­to di mercatini dell’usato, che incentivan­o il riutilizzo.

Discarica Non se ne apriranno di nuove, ormai è raggiunto lo «zero tecnico» I turisti Generano l’aumento dei rifiuti del 60% nei Comuni turistici Gian Paolo Bottacin Ci opporremo all’apertura in ogni modo ma i margini si fanno sempre più risicati

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