Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Mancano ancora duemila infermieri Zaia: «Impossibile assumere»
VENEZIA La deadline dell’Unione Europea è prossima: 25 novembre. E all’appello mancano almeno 2.000 nuovi infermieri in Veneto. A riaccendere i riflettori sui tagli nazionali, 250 milioni sul 2016, a fronte di oltre 70 milioni necessari è il presidente del Veneto Luca Zaia: 72 milioni sono i fondi che servirebbero a coprire i costi delle normative europee sui turni di riposo e le ore di recupero imposte nel 2006 e fino ad ora «derogate». La stima arriva da Cisl Veneto. «Il rischio è che se non si trovano questi soldi – commenta Marj Pallaro, Cisl regionale – si debbano spendere comunque sotto forma di sanzione». «L’impossibilità di assumere – spiega Zaia - è uno degli effetti più gravi dei tagli legati alla legge di stabilità». Zaia dice che lo sforzo per scongiurare il rischio è «titanico» ma le prospettive appaiono tutt’altro che rosee. «La vergogna di non aver applicato i costi standard nel suddividere i sacrifici, – attacca Zaia - ha creato una situazione per cui, mentre agli spreconi si lascerà sprecare, si costringono i virtuosi a raschiare il fondo del barile». Va detto che il costo del personale sanitario medio in Veneto, 51.753 euro l’anno incluse le dirigenze che da sole pesano in media 116.000 euro, è il più basso d’Italia. Dalla Regione nessun aumento dell’Irpef o nuovi ticket, certo è che il Piano di assunzioni è fortemente a rischio. Si era ipotizzato un investimento «non inferiore a 50-60 milioni l’anno – conclude Zaia – invece sono a rischio le Medicine di Gruppo, gli ospedali di comunità, i nuovi Lea, i farmaci oncologici ad alto costo, i farmaci per l’epatite C e altri».