Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Buco di 3 milioni, nei guai impresario della moda
Il titolare della società Majorana accusato di bancarotta. Aveva realizzato allestimenti anche per Benetton e Replay
PONZANO VENETO Ha cercato di vendere illecitamente il patrimonio dell’azienda, ossia quelle attrezzature con le quali negli anni ha realizzato gli stand espositivi dei maggiori eventi nel settore della moda, lavorando per grandi marchi da Benetton a North Face a Replay. Per questo Valentino Renzo Sabialta, 50 enne imprenditore, è indagato dalla procura di Treviso con l’accusa di bancarotta fraudolenta conseguente al fallimento - avvenuto nel dicembre del 2014 - della sua società, la Majorana Srl, con un passivo di tre milioni di euro accertato dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza.
La sua azienda era molto nota, soprattutto nel settore della moda e molto richiesta per gli allestimenti di stand e sfilate per le firme più prestigiose. Un’attività florida, avviata nel 1997 che qualche anno fa ha però cominciato a mostrare i segni della crisi.
Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, alla fine del 2013 di fronte a insanabili difficoltà economiche, Sabialta invece che mettere in liquidazione la società e quindi chiederne il fallimento, avrebbe deciso di trasferire tutte le attrezzature e tutto il magazzino nei capannoni della Dee Group di Villorba, un’altra società da poco costituita. Un’azienda che, secondo l’accusa, è riferibile al fratello ma di fatto gestita dall’imprenditore.
E in questa nuova sede, il 50enne avrebbe di fatto continuato l’attività della Majorana, avvalendosi anche dello stesso personale. Ma i conti a quel punto, per la finanza non tornavano tanto che i militari hanno ottenuto dal giudice un decreto di perquisizione nella nuova sede scoprendo così che la Dee Group, dal momento della sua apertura non aveva mai fatto alcun acquisto di merce, mentre nella sua contabilità erano presenti solo fatture di vendita dei beni della Majorana, beni che deteneva senza alcun titolo.
Secondo l’accusa, Sabialta avrebbe così tentato di distrarre il patrimonio societario e per questo è stato indagato con l’accusa di bancarotta fraudo- lenta. Il magazzino è stato quindi posto sotto sequestro, con tutte le attrezzature (pedane, tralicci, regie audio, quadri elettrici) utilizzate per l’allestimento degli stand e degli eventi moda. Il provvedimento è stato concesso dal giudice a garanzia dei creditori.
Il passivo che le Fiamme Gialle hanno accertato infatti, è di oltre tre milioni di euro tra crediti nei confronti di dipendenti, fornitori, banche e dell’Erario. L’indagine successiva al fallimento è durata diversi mesi per ricostruire l’intero passaggio di beni e denaro ed è ora arrivata alla sua conclusione. La procura ha infatti formulato il capo d’imputazione e si avvia a chiedere il rinvio a giudizio per l’imprenditore trevigiano.