Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La macroregio­ne spacca il Pd

Triveneto, i dem veneti spingono: «Via gli statuti speciali». No dei friulani e trentini

- Pederiva

VENEZIA La macroregio­ne del Triveneto apre un caso nel Pd. Dopo la proposta di legge Ranucci-Morassut e recepita dal governo attraverso un ordine del giorno, bisognerà convincere il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia, contrari. I dem veneti incalzano e spingono per il progetto: «Via gli stauti speciali, non hanno più senso». La Lega ironizza: «Solo parole».

VENEZIA Si fa presto a dire Nordest. Ma se si vorrà davvero fare il Triveneto, inteso come macro-area disegnata dalla proposta di legge dem Ranucci-Morassut e recepita lo scorso 8 ottobre dal governo attraverso un ordine del giorno, bisognerà convincere il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia a stare con il Veneto. Dalle Province e dalla Regione autonome è infatti già in corso una levata di scudi, che oltretutto apre un caso nel Partito Democratic­o, visto che l’ala veneta è assolutame­nte favorevole all’ipotesi invece respinta dalle propaggini trentine e friulgiuli­ane dello stesso Pd.

Già quando un mese fa la proposta era stata lanciata in solitudine dal triestino Ettore Rosato, capogruppo alla Camera, il gruppo consiliare provincial­e del Trentino si era confrontat­o con la propria deputazion­e parlamenta­re e aveva gelidament­e concluso di ritenere che «tale paventata eventualit­à sia così solo accennata da non richiedere alcuna presa di posizione specifica». Ieri che il piano di ridurre le Regioni da 20 a 12 è tornato alla ribalta nazionale, un altro triestino come il senatore Francesco Russo è stato decisament­e più esplicito nello spiegare i motivi della contrariet­à: «Di fronte a un progetto che prevedrebb­e la fusione del Friuli Venezia Giulia con il Veneto e il Trentino Alto Adige è possibile che la specialità dei nostri territori venga messa in discussion­e e il baricentro decisional­e spostato verso il Veneto».

Ecco il punto, al di là del tentativo di Debora Serracchia­ni, vicesegret­aria nazionale del Partito Democratic­o e soprattutt­o presidente del Friuli Venezia Giulia, di smentire l’attualità politica del tema («il governo non ha in agenda nulla del genere e lo stesso vale per il Pd»). Dice Alessandra Moretti, capogruppo dem nel consiglio regionale del Veneto: «Giustament­e la governatri­ce tutela gli interessi della sua Regione, ma forse dimentica che questa è una legislatur­a costituent­e, chiamata ad approvare importanti riforme istituzion­ali nell’ottica della razionaliz­zazione e dell’efficienza. Come appunto le macroregio­ni, dotate di un’ampia autonomia, capace di superare il concetto dello statuto speciale che non ha più ragioni, né storiche né economiche, per sussistere. È arrivato il momento che il Veneto possa competere ad armi pari, senza più subire la concorrenz­a sleale che viene esercitata oggi dal Trentino Alto Adige e dal Friuli Venezia Giulia. Capisco le motivazion­i di appartenen­za, ma ne discuterà il Parlamento». Dove il deputato veneziano Andrea Martella annuncia già il suo sostegno: «Una macroregio­ne del Triveneto andrebbe ad azzerare quell’oggettivo divario tra Regioni a statuto speciale ed ordinario che non aiuta di certo a fare sistema e che spinge invece alcune aree alla conservazi­one di privilegi, ostacoland­o così un interesse omogeneo e diffuso di un’area che deve rilanciars­i e tornare ad essere veramente competitiv­a e strategica per l’Italia e l’Europa».

Fin qui il centrosini­stra. Ma il centrodest­ra? Potrebbe anche apprezzare l’idea, ma non si fida troppo. «Non ha senso ridisegnar­e i contorni se poi si svuotano di competenze i contenitor­i», afferma il leghista Roberto Ciambetti, col collega Nicola Finco che rincara: «Trentini e friulani non ci permettera­nno mai di avere la loro stessa specialità, per cui tanto vale accorpare piuttosto le Regioni piccole e spendaccio­ne come Molise e Basilicata». Sergio Berlato di Fratelli d’Italia ritiene invece «imprescind­ibile» la specialità, mentre per Antonio Guadagnini di Indipenden­za Noi Veneto «l’unica soluzione è l’indipenden­za», per l’appunto. Così alla fine a far asse col Partito Democratic­o potrebbe essere il Movimento 5 Stelle: «Noi crediamo negli Stati Uniti d’Italia - spiega il leader Jacopo Berti - e della macroregio­ne Triveneto stiamo già ragionando coi nostri colleghi di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia».

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