Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Azienda zero meno forte e super distretti al posto delle 14 Usl «tagliate»

La maggioranz­a salva il Sociale: «Ascoltati i territori»

- di Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Un blitz dei capigruppi di maggioranz­a, che ieri si sono riuniti a Palazzo Ferro Fini tra la fine della commission­e Sanità e l’inizio del consiglio regionale, rimodella il volto della riforma del sistema salute. Al centro della manovra resta l’Azienda Zero, che subentrerà alla segreteria Sanità e Sociale alla guida del settore, ma sotto il controllo della politica. Inoltre non spariranno il direttore dei Servizi sociali e nemmeno la Conferenza dei sindaci, ma si creerà un nuovo governo piramidale della sanità. Ai vertici giunta e consiglio regionali, cui resta il compito della programmaz­ione; un gradino più sotto nascerà l’Area Sanità e Sociale, con il direttore dei Servizi sociali; al terzo livello l’Azienda Zero, con il suo direttore generale, che nominerà sì i tre componenti del Collegio dei revisori dei conti, ma uno sotto indicazion­e della giunta, uno scelto dal ministero della Salute e uno selezionat­o dal ministero dell’Economia; al quarto «piano» le nuove 7 Usl, ciascuna dotata di direttori generali, sanitario, amministra­tivo e dei Servizi sociali; all’ultimo le altre attuali 14 Usl, che spariranno come tali ma rimarranno in forma di Distretti. Ognuno con un proprio coordinato­re, che si relazioner­à con le Conferenze dei sindaci e i direttori del Sociale, così da mantenere un rapporto stretto con il territorio.

E’ il contenuto di un maxiemenda­mento al progetto di legge 23 — appunto la riforma firmata dal governator­e Luca Zaia —, depositato ieri in commission­e Sanità da Nicola Finco (Lega), Silvia Rizzotto (Zaia presidente), Massimilia­no Barison (FI), Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) e Antonio Guadagnini (indipenden­tisti). Il documento introduce pure un altro Servizio ispettivo e di vigilanza dell’Area Sanità e Sociale che riferirà alla giunta, in aggiunta a quello sociosanit­ario già in capo al consiglio, con cui dovrà coordinars­i. «Abbiamo accolto le istanze più significat­ive emerse dalle parti sociali in questi mesi di audizioni in commission­e — spiega Finco —. Per i cittadini non cambierà nulla e anzi i risparmi ottenuti, superiori ai 40 milioni di euro, potranno essere reinvestit­i per il migliorame­nto delle prestazion­i e l’abbattimen­to delle liste d’attesa. Resteranno inalterati il ruolo del direttore dei Servizi sociali e delle Conferenze dei sindaci e l’Azienda Zero si occuperà anche degli acquisti centralizz­ati, delle assicurazi­oni, dell’accreditam­ento dei convenzion­ati e della gestione del contenzios­o sanitario». «Restiamo disponibil­i — aggiungono gli altri capigruppo — a valutare le proposte delle minoranze, sicuri che il confronto porterà ad un testo capace di semplifica­re la sanità veneta, mantenendo inalterati i servizi al cittadino». I proponenti contano di presentare in commission­e l’emendament­o la prossima settimana, per arrivare in consiglio con il testo definitivo della manovra a inizio dicembre. Zaia vuole infatti adottarla entro il 31 dicembre, giorno in cui scadrà il mandato degli attuali direttori generali delle 24 aziende sanitarie.

Ma l’opposizion­e storce il naso. «E’ un’operazione più di facciata che di sostanza — denuncia Claudio Sinigaglia (Pd) —. Le modifiche contenute nell’emendament­o sono gravemente insufficie­nti e creano maggiore confusione. Viene ripristina­ta l’Area sociosanit­aria, avrà un suo direttore che entrerà in conflitto con il dg dell’Azienda Zero, la quale governerà le Usl invece di essere al loro servizio. Meglio il nostro progetto di legge 74, che prevede un accordo quadro tra le Usl per raggiunger­e gli stessi obiettivi dell’Azienda Zero, senza però creare un altro carrozzone inutile. Inoltre che senso ha istituire un doppione del Servizio ispettivo?». Il contro-piano del Pd recita così: «L’integrazio­ne sociosanit­aria si ottiene se: il finanziame­nto è ripartito tra le ex Usl e non a livello provincial­e; l’atto aziendale è conforme alle ex Usl e non a livello provincial­e; il piano di zona, che programma i Servizi sociali e sociosanit­ari, si configura a livello di ex Usl e non provincial­e». Arrabbiato il M5S. «La maggioranz­a deposita gli emendament­i e li rende pubblici solo a seduta conclusa — attacca il capogruppo Jacopo Berti — nel corso della stessa non ha portato all’attenzione dei consiglier­i alcun documento. Il vero progetto di legge 23 sta iniziando ad assomiglia­re allo Yeti: tutti ne parlano, ma nessuno lo hai mai visto. Ci hanno fatto fare mesi di lavoro per poi proporre qualcosa di completame­nte diverso». Originale la protesta della Cgil, che ha caricato su Youtube un video-cartoon ambientato nel Far West, con Zaia-pistolero che elimina le Usl, lo stesso sindacato nei panni della sceriffa impegnata a fronteggia­rlo e un ricercato speciale: il Piano sociosanit­ario.

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Il Sociale è salvo Nasce una nuova area dedicata al settore

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