Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Chi era

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L’ex magistrato Giancarlo Stiz, originario di Conegliano (Treviso), è morto sabato scorso all’età di 87 anni.

Il suo nome è indissolub­ilme TREVISO «Credo di avere fatto soltanto il mio dovere, niente di più e niente di meno, ma fino in fondo». Il lascito morale e civile di Giancarlo Stiz, il magistrato trevigiano capace di squarciare il velo sulle trame nere che stavano dietro la strage di Piazza Fontana, sta tutto in quelle parole, ricordate ieri pomeriggio durante il funerale nel duomo di Treviso dal genero (e magistrato a sua volta) Francesco Pedoia. Lui fece il suo dovere, con la rettitudin­e e la tenacia di un autentico uomo di giustizia, e la vita gliene presentò il conto, poiché questo accade a chi sceglie consapevol­mente di essere servitore dello Stato mettendo avanti a tutto un non comune senso del dovere: intimidazi­oni di ogni genere, minacce di morte, i figli bambini costretti ad andare a scuola con la scorta, la consuetudi­ne con il pericolo. E anche un inevitabil­e isolamento, di cui secondo Guido Lorenzon, il teste chiave di quella memorabile inchiesta, si è avuta testimonia­nza anche ieri, nel giorno dell’addio: «Nessuno è profeta in patria - ha detto Lorenzon al termine del funerale - e Treviso è stata coerente con Giancarlo Stiz: chi lo ha ignorato in vita ha continuato a ignorarlo in morte, lui, che ha avuto l’esistenza rovinata dalla sua onestà assoluta».

Le uniche autorità trevigiane presenti alle esequie del magistrato, morto sabato scorso all’età

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nte legato all’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana, condotta da giudice istruttore sulla base delle rivelazion­i dell’insegnante trevigiano Guido Lorenzon, che squarciaro­no il velo sulle «trame nere»

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