Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Diadora, all’Expo la staffetta benefica «Io corro per te»

- Federico Nicoletti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Iniziativa benefica ieri all’Expo lanciata da Diadora. Con «Io corro per te», dalle 9 alle 22, intorno alla griffe delle calzature sportive si sono alternate persone che hanno corso due chilometri in una staffetta su tapis roulant; per ogni concorrent­e Diadora ha versato 200 euro alla associazio­ne Art4Sport Onlus. Tra gli ospiti Bebe Vio, campioness­a mondiale di fioretto paraolimpi­co. nelle peggiori condizioni, mentre finanziame­nti quali quelli concessi si riferiscon­o, di norma, a clienti con positivo merito creditizio». Finanziame­nti, oltretutto, ricorda Banca d’Italia «legittimi se autorizzat­i dall’assemblea straordina­ria».

Dichiarazi­oni che generano domande. Perché di autorizzaz­ioni in assemblea non si ha memoria. Mentre resta il dubbio, di fronte alle prime evidenze circa le azioni che emergono nel 2014, se bastasse rimandare al 2015 le verifiche, oltretutto con un aumento di capitale in corso. In più Banca d’Italia non cita l’ispezione a Vicenza del 2012, chiusa senza rilievi importanti e segnalazio­ni in procura (pochi mesi prima di quelle, per otto mesi, in Veneto Banca che la ribaltaron­o come un calzino, anche per azioni acquistate con finanziame­nti per 110 milioni di euro). Messa così, si arriva alla conclusion­e che i finanziame­nti per acquistare azioni erano regolarmen­te segnalati e contabiliz­zati.

Le domande restano domande. Bankitalia conclude che «negli anni Bpvi è stata sottoposta a un’intensa attività di vigilanza» e che «diversi problemi sono stati risolti, senza che la vigilanza potesse darne pubblica evidenza, in ossequio alle nome vigenti sul segreto d’ufficio». Problemi anche decisivi, come dicono le ultime due righe del documento: «Negli ultimi anni la banca ha posto all’attenzione della vigilanza numerose ipotesi di acquisizio­ne di altre banche, ma nessuna ha avuto corso». Un passaggio con cui Via Nazionale pare intestarsi lo stop alle acquisizio­ni lanciate da Bpvi nel 2014 su Veneto Banca, Marostica, Etruria e Ferrara. Una linea contraddit­toria, però, rispetto all’affermazio­ne che i problemi con azioni e patrimonio,emergono solo nel 2014. «La spiegazion­e non regge: il no a Vicenza su Veneto Banca ed Etruria venne da queste ultime, non da Bankitalia - sostiene Renato Bertelle, l’avvocato-socio che con i suoi esposti è tra i motori dell’inchiesta di Vicenza -. Quella di Bankitalia suona come una excusatio non petita. Solo la Bce ha interrotto certe prassi».

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Banca d’Italia ha affidato, un fatto già di suo senza precedenti, ad un documento la propria posizione rispetto all’inchiesta su Banca popolare di Vicenza aperta dalla procura di Vicenza , che vede sei indagati , tra cui il presidente Gianni Zonin (in...

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