Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Numero primo» Paolini riparte dall’autobiogra­fia

Domani a Mogliano «Studio per un nuovo album», spettacolo dell’artista bellunese. «Un racconto autobiogra­fico, attento alla storia recente del Paese Parlerò della mia generazion­e alle prese con la rivoluzion­e tecnologic­a»

- Caterina Barone © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dà il via all’iter che gli è caro e che ha più volte sperimenta­to Marco Paolini per costruire il suo nuovo lavoro: comincia dal suo pubblico, che da anni lo segue fedelmente, proponendo un primo assaggio dello spettacolo che sarà in tournée nel 2016. L’appuntamen­to è al teatro Busan di Mogliano Veneto domani alle 21 con Numero Primo. Studio

per un nuovo Album, work in progress, produzione di Jolefilm, destinato a crescere passo dopo passo, tastando anche le reazioni e la risposta degli spettatori. Una prossima tappa sarà il 17 novembre al teatro Pascutto di San Stino di Livenza.

«Non un monologo, ma un Album - dichiara Paolini -. Non so ancora quali storie conterrà, ma sarà un Album. Riprenderà il filo di un racconto autobiogra­fico a puntate cominciato con Adriatico e proseguito poi con altre storie come Tiri in porta, Liberi tutti, Aprile ’74 e 5, Stazioni di transito, Miserabili. Il filo di memorie, di luoghi, facce ed esperienze ha finora accompagna­to la crescita del protagonis­ta Nicola nella geografia e nella storia recente del nostro Paese. Per alcuni gli Album sono un racconto generazion­ale, uno sguardo ironico girato all’indietro, io stavolta vorrei cambiare registro».

Non un amarcord, dunque, quanto piuttosto un proiettars­i nel futuro, immaginand­olo, prevedendo­lo, sulla base dell’esperienza dell’oggi, inventando nuovi personaggi accanto a quelli vecchi. Si può forse ipotizzare cosa ci sia dietro questa svolta di Paolini guardando alla sua biografia recente: la nascita del primo figlio, Giacomo, la scorsa primavera. Viene naturale a questo punto all’attore guardare avanti, interrogar­si, cercare nelle pieghe del presente indizi degli scenari che si apriranno negli anni a venire, quelli che vedranno la

crescita del bambino. Legata a questa sua esperienza appare anche la storia surreale di una paternità non biologica, ma arrivata via web, e raccontata (per ora) in apertura dello spettacolo a fare da filo conduttore alla narrazione.

Lo sguardo di Paolini non rinuncia a percorrere il territorio, con le sue contraddiz­ioni, le sue criticità, gli aspetti drammatici e quelli inopinatam­ente comici. Passato, presente e futuro finiscono così per intrecciar­si. «Parlerò della mia generazion­e – chiarisce Paolini - alle prese con una pervasiva rivoluzion­e tecnologic­a. Parlerò dell’attrazione e della diffidenza verso di essa, del riaffiorar­e del lavoro manuale come resistenza al digitale. Parlerò di biologia e altri linguaggi, ma lo farò seguendo il filo di una storia più lunga che forse racconterò a puntate come ho fatto con i primi Album».

Con lo spettacolo di Paolini si inaugura la stagione di prosa del teatro Busan, che fino a maggio offrirà al pubblico una variegata serie di appuntamen­ti, dal repertorio classico alla drammaturg­ia contempora­nea. Sulla scena si avvicender­anno nomi importanti del panorama nazionale, come Giuliana Musso, Edoardo Siravo e Vanessa Gravina, Simone Cristicchi, Virginio Gazzolo, per chiudere con I Rusteghi di Goldoni con la regia di Giuseppe Emiliani. Ci sarà anche una rassegna di teatro ragazzi e una dedicata al «teatro del sacro». Info: 334 1658994; 041 5905024 e gestione.busan@gmail.com

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Marco Paolini, iin scena con «Numero primo»
In scena Marco Paolini, iin scena con «Numero primo»
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