Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Numero primo» Paolini riparte dall’autobiografia
Domani a Mogliano «Studio per un nuovo album», spettacolo dell’artista bellunese. «Un racconto autobiografico, attento alla storia recente del Paese Parlerò della mia generazione alle prese con la rivoluzione tecnologica»
Dà il via all’iter che gli è caro e che ha più volte sperimentato Marco Paolini per costruire il suo nuovo lavoro: comincia dal suo pubblico, che da anni lo segue fedelmente, proponendo un primo assaggio dello spettacolo che sarà in tournée nel 2016. L’appuntamento è al teatro Busan di Mogliano Veneto domani alle 21 con Numero Primo. Studio
per un nuovo Album, work in progress, produzione di Jolefilm, destinato a crescere passo dopo passo, tastando anche le reazioni e la risposta degli spettatori. Una prossima tappa sarà il 17 novembre al teatro Pascutto di San Stino di Livenza.
«Non un monologo, ma un Album - dichiara Paolini -. Non so ancora quali storie conterrà, ma sarà un Album. Riprenderà il filo di un racconto autobiografico a puntate cominciato con Adriatico e proseguito poi con altre storie come Tiri in porta, Liberi tutti, Aprile ’74 e 5, Stazioni di transito, Miserabili. Il filo di memorie, di luoghi, facce ed esperienze ha finora accompagnato la crescita del protagonista Nicola nella geografia e nella storia recente del nostro Paese. Per alcuni gli Album sono un racconto generazionale, uno sguardo ironico girato all’indietro, io stavolta vorrei cambiare registro».
Non un amarcord, dunque, quanto piuttosto un proiettarsi nel futuro, immaginandolo, prevedendolo, sulla base dell’esperienza dell’oggi, inventando nuovi personaggi accanto a quelli vecchi. Si può forse ipotizzare cosa ci sia dietro questa svolta di Paolini guardando alla sua biografia recente: la nascita del primo figlio, Giacomo, la scorsa primavera. Viene naturale a questo punto all’attore guardare avanti, interrogarsi, cercare nelle pieghe del presente indizi degli scenari che si apriranno negli anni a venire, quelli che vedranno la
crescita del bambino. Legata a questa sua esperienza appare anche la storia surreale di una paternità non biologica, ma arrivata via web, e raccontata (per ora) in apertura dello spettacolo a fare da filo conduttore alla narrazione.
Lo sguardo di Paolini non rinuncia a percorrere il territorio, con le sue contraddizioni, le sue criticità, gli aspetti drammatici e quelli inopinatamente comici. Passato, presente e futuro finiscono così per intrecciarsi. «Parlerò della mia generazione – chiarisce Paolini - alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica. Parlerò dell’attrazione e della diffidenza verso di essa, del riaffiorare del lavoro manuale come resistenza al digitale. Parlerò di biologia e altri linguaggi, ma lo farò seguendo il filo di una storia più lunga che forse racconterò a puntate come ho fatto con i primi Album».
Con lo spettacolo di Paolini si inaugura la stagione di prosa del teatro Busan, che fino a maggio offrirà al pubblico una variegata serie di appuntamenti, dal repertorio classico alla drammaturgia contemporanea. Sulla scena si avvicenderanno nomi importanti del panorama nazionale, come Giuliana Musso, Edoardo Siravo e Vanessa Gravina, Simone Cristicchi, Virginio Gazzolo, per chiudere con I Rusteghi di Goldoni con la regia di Giuseppe Emiliani. Ci sarà anche una rassegna di teatro ragazzi e una dedicata al «teatro del sacro». Info: 334 1658994; 041 5905024 e gestione.busan@gmail.com