Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Mazzola-Giralucci, imbrattata la targa dei due martiri delle Br
Lo sfregio a Padova. Il figlio dell’ex militare: «Disadattati»
PADOVA A volerla, circa sette anni fa, era stato l’allora sindaco diessino di Padova Flavio Zanonato. «Il terrorismo non ha mai dato frutti positivi – aveva detto l’ex dirigente comunista, spiegando il motivo di quella sua scelta – ma ha provocato soltanto morti. Giovani e meno giovani, da una parte e dall’altra, caduti nella trappola di un’ideologia fuorviante». E poi, riferendosi ai due nomi scolpiti nell’ottone, Zanonato aveva scandito: «Ritengo giusto che sia la città intera a ricordare questi due caduti, vittime di un assassinio efferato. Il mio gesto non vuole essere in contrapposizione con nessuno, ma in amicizia con tutti».
Da allora, annualmente, ogni 17 giugno, all’altezza del civico 24 di via Zabarella, tutte le più alte cariche civili e militari di Padova si danno appuntamento di fronte a questa targa voluta dal sindaco «rosso» per commemorare non solo Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, i due militanti del Msi uccisi lì da un commando delle Brigate Rosse il 17 giugno 1974 (fu il primo omicidio delle Br in Italia), ma anche tutte le altre vittime degli Anni di piombo. Questa targa, nella notte tra giovedì e ieri, è stata imbrattata da ignoti che, appartenenti con ogni probabilità all’ala più dura dei centri sociali, con uno spray nero le hanno disegnato sopra il simbolo della falce e martello. Una scritta tra le tante comparse in città, non a caso alla vigilia dell’arrivo del segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini: «Fasci e Lega infami», «Lega Boia», «Bitonci Boia» e molte altre. «Odio comunista – sentenzia Marina Buffoni, assessore in Comune in quota Fdi – A Padova, l’odio politico dei vigliacchi senza nome esiste ancora».
«Ormai – le fa eco il collega di partito Enrico Pavanetto, già assessore provinciale – i vigliacchi di ieri e di oggi se la prendono esclusivamente con i morti. Di fronte ai vivi, infatti, scapperebbero come conigli».
«Ogni insulto – aggiunge Gabriele Zanon, pure lui attivista di Fdi – ravviva la memoria e rende più radiosi i nostri martiri, perché essi sono vicini a Dio». Parole di condanna anche da parte di Piero Ruzzante, consigliere regionale del Pd: «Una vergogna inqualificabile».
Silvia Giralucci, che in memoria di papà Graziano ha scritto il libro «L’inferno sono gli altri» (Mondadori), preferisce non commentare l’accaduto. «Un gesto stupido, da disadattati mentali», taglia corto Piero Mazzola, figlio di Giuseppe. Per la cronaca, nel giro di poche ore, la targa è stata ripulita dagli operai del Comune.