Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Jenny, il sindaco si scusa «Quella mano evitata è solo un malinteso»

- Eleonora Biral © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PORTOGRUAR­O Aveva assicurato che non si sarebbe scusata. «Non mi ero accorta, non devo chiedere perdono di nulla», si era difesa. Ma ieri pomeriggio Maria Teresa Senatore, sindaco di Portogruar­o, ha incontrato la studentess­a di colore che aveva ignorato durante la cerimonia del 4 novembre. In quell’occasione aveva stretto la mano a tutti tranne a lei in quella fila e Jenny, maggiorenn­e da 5 giorni, l’aveva timidament­e ritirata mentre il primo cittadino proseguiva.

A distanza di un giorno dalle roventi polemiche, però, le scuse sono arrivate con un incontro. «Un momento di scambio di opinioni in occasione del quale il sindaco ha portato le scuse del Comune per l’incomprens­ione», hanno spiegato dal municipio.

Un incontro avvenuto a poche ore da un flashmob organizzat­o dalla Rete studenti medi del Veneto al teatro Russolo, al quale la stessa studentess­a aveva preso parte prima del suono della campanella dell’istituto Belli, dove frequenta la quinta.

Jenny, di nazionalit­à nigeriana ma nata in Italia, «una brutta infanzia perché c’era gente che mi diceva sei sporca quando invece mi lavavo più di loro, ma io ascoltavo e andavo in bagno a piangere», come raccontava alcune settimane fa su Facebook, ha guardato e riguardato quel video del blogger Stefano Zanet, che mostrava il sindaco salutare crocerossi­ne, studenti ed ex combattent­i, «dimentican­do» di porgere la mano proprio a lei.

«Dal video si capiscono tante cose. Io vedo che il sindaco non mi porge la mano ma non so perché — aveva commentato Jenny sui social giovedì pomeriggio —. Non so se è perché sono di colore o perché non ho tirato più di tanto fuori la mano, oppure se non si è accorta di me, anche se la cosa mi sembra strana, visto che prosegue a salutare anche gente che la mano ce l’ha in tasca. Io il mio pensiero ce l’ho, ma non so perché continuo a giustifica­re questo gesto. Forse perché sono convinta che il razzismo nel 2015 non dovrebbe esistere». E lo ripete Senatore, che definisce «vergognoso che la ragazza sia stata usata per altri fini, ritrovando­si in mezzo a questa storia senza averne colpa».

Ma non sono dello stesso parere gli studenti che ieri mattina hanno protestato prima di andare a lezione: «Quella del sindaco è stata una mancanza. Siamo stufi di una politica non aperta al multicultu­ralismo». Secondo Tommaso Ruzzante, coordinato­re della Rete, «nelle nostre scuole l’odio non deve entrare. Si deve educare all’accoglienz­a».

Accuse pesanti nei confronti di Senatore erano arrivate dal Pd e dalla Cgil, che fa sapere: «Il gesto è così grave che non si può considerar­lo un’imperdonab­ile svista. Questa svista ha oltraggiat­o il senso della cerimonia, cioè ricordare la fine di un conflitto devastante».

L’incontro di ieri pomeriggio, però, sembra aver spento le polemiche. Jenny, insieme ad altri studenti, promuoverà un progetto per sensibiliz­zare i cittadini sul tema delle ingiustizi­e sociali, al quale l’amministra­zione ha garantito pieno supporto. La sua è una battaglia cominciata quando era piccola e che continua anche su Facebook.

Lo scorso 10 settembre, quando le mancavano 50 giorni per diventare cittadina italiana, Jenny si era chiesta se lo volesse davvero: «Voglio davvero essere la cittadina di un Paese che più volte mi ha detestata anche se sono nata qui? Dirò sì, per me. Dimentiche­rò ciò che il mio Paese mi ha fatto da piccola e andrò avanti a testa alta».

La ragazza scrisse su Fb Da piccola mi dicevano lavati, ora sono italiana e mi chiedo se lo voglio. Dico sì e vivrò a testa alta

 ??  ?? Mani colorate Jenny, 18 anni da qualche giorno, ha partecipat­o ieri a un flash mob degli studenti contro il razzismo a Portogruar­o
Mani colorate Jenny, 18 anni da qualche giorno, ha partecipat­o ieri a un flash mob degli studenti contro il razzismo a Portogruar­o
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