Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Galan e moglie in tribunale «Eccovi la villa»
VENEZIA L’ex «coppia d'oro del Veneto si è presentata alla Cittadella della giustizia di piazzale Roma la mattina presto. Ed entrambi, di fronte al gip Giuliana Galasso, hanno deposto ogni arma, spazzando via anche la recente «figuraccia» dei water, lavandini e caminetti letteralmente strappati da villa Rodella. Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto, ha detto al giudice che per lui la vicenda della confisca della sua splendida dimora di Cinto Euganeo si chiude qui: senza nulla pretendere in più. In termini giuridici si chiama «datio in solutum», e significa che quella confisca di 2,6 milioni a cui aveva aderito per poter chiudere la sua vicenda giudiziaria per corruzione nell’inchiesta Mose viene sostituita con la villa. La differenza rispetto a un anno fa, quando Galan aveva patteggiato la pena di 2 anni e 10 mesi di fronte allo stesso gip Galasso, è che allora i suoi legali Antonio Franchini e Niccolò Ghedini (che ieri, insieme al collega di studio Piero Longo, ha pure ricevuto la bella notizia dell’archiviazione nel processo cosiddetto «Ruby ter») dicevano che ovviamente la confisca era «fino a» quella cifra e che dunque, se lo Stato avesse incassato di più all’asta, il surplus doveva essere restituito all’ex governatore.
Ora invece, a caccia di dimostrazioni di «buona condotta» in vista della prossima udienza del 16 dicembre al tribunale di sorveglianza di Padova, Galan rinuncia a tutto. E anche la moglie Sandra Persegato ha dichiarato che, seppur non obbligata, rinuncerà al suo 1,98 per cento di possesso della villa per darlo allo Stato gratuitamente. I legali di Galan, nel corso dell'udienza, hanno detto che il valore della villa quattrocentesca di Cinto potrebbe aggirarsi intorno ai 5 milioni di euro. Una perizia fatta da Veneto Banca nel 2013, che riguardava solo la casa e una piccola parte del parco, aveva stimato il valore in 2 milioni e mezzo e dunque i legali sono convinti che con la barchessa restaurata e il resto del parco quella stima si possa raddoppiare. In realtà il vero valore lo si potrebbe sapere solo in caso di vendita (e Galan su questo era stato tranchant in una delle interviste estive: «Non più di un milione»), ma con questa cessione l’ipotesi di un’asta si allontana perché lo Stato incamera la villa e stop.
A questo punto l’unico nodo che dovrà sciogliere il gip è quello dell’ipoteca a garanzia di un fido di Veneto Banca alla società Margherita Srl, di proprietà dei due coniugi. Il fido iniziale era di 1 milione e 850 mila euro, di cui 130 mila sono stati restituiti, anche se i versamenti sono stati interrotti dopo l’arresto. Veneto Banca, con i suoi avvocati, ieri ha cercato di opporsi alla tesi della procura, secondo cui l’ipoteca è cancellata dalla confisca. Galan si è comunque impegnato a restituire il denaro riprendendo a pagare le rate.