Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Federalism­o, Antonini se ne va: commission­e frenata dagli apparati

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PADOVA Nel giorno del suo insediamen­to come presidente, Luca Antonini aveva citato Gianfranco Miglio, quando il politologo si chiedeva «perché tante chiacchier­e sul federalism­o, che è per sua natura un sistema virtuoso, non trovano corrispond­enza nella effettiva predisposi­zione al cambiament­o». Ed il costituzio­nalista aveva aggiunto: «L’augurio è che questo pessimismo possa essere smentito dal senso di responsabi­lità». Ma sei anni dopo il docente del Bo deve ammettere, suo malgrado, che è proprio quell’auspicio ad essere stato sfatato, al punto da aver deciso di lasciare la guida della Commission­e tecnica paritetica per l’attuazione del federalism­o fiscale, «un organo di altissime profession­alità che è stato esautorato da apparati che agiscono con pressapoch­ismo e sciatteria».

Quali apparati?

«Ministeria­li e politici. Tranne qualche eccezione, come il sottosegre­tario Pier Paolo Baretta sempre sensibile al tema, a livello centrale non c’è la consapevol­ezza che si sta incidendo sul principio costituzio­nale dell’autonomia e che si sta intervenen­do sulla pelle dei cittadini, attraverso un processo silenzioso e nascosto di smantellam­ento dello Stato sociale».

In che termini?

«Pensiamo al mancato aggiorname­nto dei Livelli essenziali di assistenza. Anziché dire che per esempio l’appendicit­e non rientra più nei Lea perché non ci sono i soldi, sottoponen­dosi così al controllo degli elettori e della Corte Costituzio­nale, lo Stato mantiene i parametri vecchi, opera tagli al buio e lascia il cerino in mano alle

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Professore Luca Antonini insegna al Bo

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