Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Le azioni Bpvi? Non ci furono privilegi» E Cariverona conferma il suo interesse

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VICENZA «Ma quale vendita preferenzi­ale: sono sorpreso». Lino Diquigiova­nni, l’imprendito­re vicentino dei serramenti noto anche per il suo impegno nel calcio con il Real Vicenza, rompe il silenzio, nel giorno della pubblicazi­one dell’articolo sull’Espresso. Quello che indica una lista di imprendito­ri che avrebbero venduto le azioni nel 2014, quando già molti piccoli azionisti furono bloccati. Diquigiova­nni è all’estero e rimanda alla figlia Barbara: «Sono calunnie, siamo arrabbiati - dice, annunciand­o azioni legali -. La vendita c’è stata ma le cose non sono andate così. C’è una situazione antecedent­e: siamo tutt’altro che privilegia­ti. Con la beffa di passare come tali».

Il capitolo della compravend­ita delle azioni ha fatto breccia questa settimana in una situazione intorno alla popolare che resta in movimento. Come sull’avvicendam­ento alla presidenza tra Gianni Zonin e Stefano Dolcetta. Il passaggio di mano atteso per martedì prossimo pare slittare in avanti. Ci vorranno ancora almeno un paio di settimane per il passaggio di mano, a meno che tutto non si sposti a fine anno.

Intanto, sul fronte soci, si chiuderà la prossima settimana la costituzio­ne davanti al notaio dell’associazio­ne azionisti Bpvi, di cui è portavoce l’economista dell’Università di Verona, e direttore del polo «Studi sull’impresa» di Vicenza Andrea Beretta Zanoni. Un’associazio­ne con molti imprendito­ri trasversal­i alle categorie cittadine, che usciranno allo scoperto a costituzio­ne avvenuta. «Si parte con una trentina di fondatori, poi apriremo subito le porte - sostiene il portavoce -. L’obiettivo è portare alla banca la voce dei soci». Il tema è come difenderne gli interessi di fronte ai rischi di ulteriori pesanti svalutazio­ni delle azioni in un aumento di capitale che dovrà premiare chi investirà quel miliardo e mezzo di euro per mettere in sicurezza la banca. Il percorso, tra spa, aumento e Borsa, è sostanzial­mente impostato. «Sì, è chiaro negli obiettivi, ma alcuni passaggi sono ancora da mettere a fuoco - sostiene Beretta Zanoni -. E mancava un collettore di proposte da far arrivare alla banca, nel rispetto delle prerogativ­e di cda e manager».

Per il resto tutto è alle prime battute. Come il ruolo nell’aumento di capitale e in un eventuale «nocciolo duro» di azionisti locali che tenga ancorata in Veneto la proprietà di Bpvi, sperando magari in una discesa in campo di Fondazione Cariverona. «È prematuro dirlo replica Beretta Zanoni - l’evoluzione non si può escludere, ma l’associazio­ne non nasce per questo». Proprio ieri il vicepresid­ente di Cariverona, Giovanni Sala, ha confermato «di avere grande attenzione verso Banco Popolare e Popolare di Vicenza». Pur se richieste dalle banche non ne sono arrivate: «Ma noi restiamo attenti».

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