Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
De’ Longhi risolve la crisi Procond Affitto di tre anni, poi l’acquisizione
BELLUNO Passa di mano la gestione della Procond di Longarone.Per risolvere la crisi dell’azienda di componentistica elettronica è sceso in campo il cliente più importante, il Gruppo De’ Longhi, che ha preso in affitto il ramo d’azienda per 36 mesi, in vista di una possibile acquisizione definitiva. Intanto, sono stati giorni di passione, per i 290 dipendenti; ma ora le cosa paiono volgere al meglio.
Venti giorni fa, in un incontro al ministero dello Sviluppo economico, la Selcom, il gruppo bolognese di cui fa parte l’azienda bellunese, aveva dichiarato ai sindacati di essere gravato da 136 milioni di debiti, a fronte di 70 di crediti. Situazione grave, tanto che una decina di giorni fa il cda non aveva approvato il bilancio. La via intrapresa comporta il deposito dei libri in tribunale, e un lungo iter al ministero, nella speranza che con una procedura concorsuale si riesca a saltare a pie’ pari l’amministrazione controllata. Intanto però Longarone ha preso una strada diversa. A seguito di un incontro con i sindacati e i responsabili di Selcom, qualche giorno fa, De’ Longhi, colosso trevigiano degli elettrodomestici, ha firmato un contratto d’affitto che prevede un’offerta d’acquisto irrevocabile dopo tre anni. Le preoccupazioni dei dipendenti Procond erano condivise, in questi giorni, dai vertici del gruppo trevigiano. I primi temevano la perdita del lavoro; i secondi l’interruzione della produzione, visto che le schede elettroniche negli elettrodomestici le fa lo stabilimento Crisi superata I dipendenti della Procond di Longarone nella fase calda della protesta. La crisi è stata risolta dalla De’ Longhi di Longarone. Di qui l’accordo con Selcom, che peraltro ha stabilimenti a Palermo, in Tunisia, Cina e negli Usa. Insomma, mossa legata alle circostanze. Va detto però che l’affitto pare conveniente: 300mila euro all’anno. Inoltre tutti i debiti accumulati da Procond (in minima parte) e Selcom (in massima parte), ma piombati in capo alla prima, finiranno nel calderone che sarà poi gestito con il concordato o l’amministrazione controllata. De’ Longhi rileva una gestione pulita. Poi, però, i risultati dell’azienda di Longarone saranno parte del bilancio del nuovo gestore.
Sarà un affare? Secondo i calcoli del gruppo trevigiano, il fatturato verso terzi di Procond (e cioè senza considerare la quota dovuta agli acquisti di Treviso) ammonterebbe a una ventina di milioni di euro. Comunque sia, la De’ Longhi la vede così: «Attraverso questo accordo, ci assicuriamo il controllo operativo di un fornitore strategico di componenti elettronici, con la possibilità di ottenere in prospettiva benefici di sviluppo tecnologico e in termini di costo di acquisizione di componentistica». Secondo Bruno Deola, di Fim Cisl, «è importante che sin da subito vengano mantenuti i volumi produttivi e tutti i clienti della vecchia società, per garantire la continuità produttiva a pieno regime. L’ad Fabio De’ Longhi ha incontrato tutti i lavoratori in assemblea a Longarone. Gesto apprezzato dalle maestranze».