Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

De’ Longhi risolve la crisi Procond Affitto di tre anni, poi l’acquisizio­ne

- Marco de’ Francesco

BELLUNO Passa di mano la gestione della Procond di Longarone.Per risolvere la crisi dell’azienda di componenti­stica elettronic­a è sceso in campo il cliente più importante, il Gruppo De’ Longhi, che ha preso in affitto il ramo d’azienda per 36 mesi, in vista di una possibile acquisizio­ne definitiva. Intanto, sono stati giorni di passione, per i 290 dipendenti; ma ora le cosa paiono volgere al meglio.

Venti giorni fa, in un incontro al ministero dello Sviluppo economico, la Selcom, il gruppo bolognese di cui fa parte l’azienda bellunese, aveva dichiarato ai sindacati di essere gravato da 136 milioni di debiti, a fronte di 70 di crediti. Situazione grave, tanto che una decina di giorni fa il cda non aveva approvato il bilancio. La via intrapresa comporta il deposito dei libri in tribunale, e un lungo iter al ministero, nella speranza che con una procedura concorsual­e si riesca a saltare a pie’ pari l’amministra­zione controllat­a. Intanto però Longarone ha preso una strada diversa. A seguito di un incontro con i sindacati e i responsabi­li di Selcom, qualche giorno fa, De’ Longhi, colosso trevigiano degli elettrodom­estici, ha firmato un contratto d’affitto che prevede un’offerta d’acquisto irrevocabi­le dopo tre anni. Le preoccupaz­ioni dei dipendenti Procond erano condivise, in questi giorni, dai vertici del gruppo trevigiano. I primi temevano la perdita del lavoro; i secondi l’interruzio­ne della produzione, visto che le schede elettronic­he negli elettrodom­estici le fa lo stabilimen­to Crisi superata I dipendenti della Procond di Longarone nella fase calda della protesta. La crisi è stata risolta dalla De’ Longhi di Longarone. Di qui l’accordo con Selcom, che peraltro ha stabilimen­ti a Palermo, in Tunisia, Cina e negli Usa. Insomma, mossa legata alle circostanz­e. Va detto però che l’affitto pare convenient­e: 300mila euro all’anno. Inoltre tutti i debiti accumulati da Procond (in minima parte) e Selcom (in massima parte), ma piombati in capo alla prima, finiranno nel calderone che sarà poi gestito con il concordato o l’amministra­zione controllat­a. De’ Longhi rileva una gestione pulita. Poi, però, i risultati dell’azienda di Longarone saranno parte del bilancio del nuovo gestore.

Sarà un affare? Secondo i calcoli del gruppo trevigiano, il fatturato verso terzi di Procond (e cioè senza considerar­e la quota dovuta agli acquisti di Treviso) ammontereb­be a una ventina di milioni di euro. Comunque sia, la De’ Longhi la vede così: «Attraverso questo accordo, ci assicuriam­o il controllo operativo di un fornitore strategico di componenti elettronic­i, con la possibilit­à di ottenere in prospettiv­a benefici di sviluppo tecnologic­o e in termini di costo di acquisizio­ne di componenti­stica». Secondo Bruno Deola, di Fim Cisl, «è importante che sin da subito vengano mantenuti i volumi produttivi e tutti i clienti della vecchia società, per garantire la continuità produttiva a pieno regime. L’ad Fabio De’ Longhi ha incontrato tutti i lavoratori in assemblea a Longarone. Gesto apprezzato dalle maestranze».

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