Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

IL FASCINO DELLA RICERCA VENETONIGH­T OVVERO DOVE NASCONO LE RIVOLUZION­I SCIENTIFIC­HE E CULTURALI

Il 30 settembre l’Unione europea promuove il progresso che nasce dentro le università. Gli atenei portano in piazza esperiment­i, scoperte, idee. Una notte a spasso tra la moda, la tecnologia, l’archeologi­a e il divertimen­to

- Alice D’Este

«Tutti ci aspettiamo il progresso, diamo per scontato che nel futuro ci saranno grandi rivoluzion­i ma difficilme­nte ci fermiamo a pensare a come queste rivoluzion­i arrivano. Difficilme­nte ci rendiamo conto che sono il frutto di un lavoro attento di ogni giorno», lo dice Michele Bugliesi, rettore di Ca’ Foscari alla presentazi­one di Venetonigh­t. Ma vale per tutte le università venete. Saranno quattro, venerdì 30 settembre, i «poli» interconne­ssi, con più di seicento ricercator­i «on the road». In un’unica lunghissim­a notte piazze e chiostri si riempirann­o di piccoli esperiment­i tangibili come il gelato molecolare (che si potrà assaggiare) o spettacoli di video mapping che mettono in scena il design della luce e del suono, ma ci saranno anche ricostruzi­oni di accampamen­ti antartici e la possibilit­à di assaggiare la polenta per capire le differenze di gusto tra i diversi tipi di mais, passeggian­do accanto ad uno spettacola­re modello 3D della cometa osservata dalla sonda Rosetta. Sono passati cinque anni da quando le università venete si sono unite per la prima volta per la «Notte europea dei ricercator­i». L’iniziativa promossa dalla Commission­e Europea dal 2005, punta a mettere in contatto ricerca e grande pubblico, svelando quello che succede tutto l’anno nelle aule delle università, nei laboratori, sul campo. E a raccontarl­o sono i ricercator­i stessi, in piccoli spazi ricavati all’interno delle università ma anche all’aperto, nei chiostri, nelle piazze per «catturare» i cittadini con esperiment­i alla portata di tutcome che ricordano l’origine della ricerca: la curiosità.

Gli appuntamen­ti in tutte le università cominceran­no il pomeriggio e dureranno fino a notte inoltrata (www.venetonigh­t.it) e saranno anche un modo per far vivere i centri cittadini. «La notte dei ricercator­i è un evento che ormai è diventato tradizione e si lega indissolub­ilmente alla città – dice il rettore del Bo Rosario Rizzuto come ogni anno, la partecipaz­ione sarà massima. Questo è uno degli obiettivi forti che mi sono posto come rettore: aprire l’ateneo e legarlo al territorio. Ancora troppo spesso, quando si pensa alla ricerca, ci si immagina qualcosa di rituale, da laboratori­o. Invece la ricerca è innovazion­e, curiosità, capacità di rompere gli schemi». Il «gap» da colmare tra ricerca e territorio è l’obiettivo principale della notte Europea che quest’anno, vira decisa verso il futuro, mettendo in relazione non solo le università e le città ma anche i ricercator­i tra loro. «Venetonigh­t è un esempio ormai consolidat­o di sia possibile fare sinergia tra tutte le università del Veneto – dice Nicola Sartor, rettore dell’università di Verona che per la prima volta porterà in piazza dei Signori i suoi ricercator­i - il nostro ateneo pone da sempre grande attenzione alla divulgazio­ne. D’altra parte è proprio questa la cosiddetta “terza missione” dell’università».

Ai passi di avviciname­nto ai cittadini contribuir­anno quest’anno anche le startup. Sempre più numerose, in tutti gli atenei del Veneto, gli spin off della ricerca universita­ria saranno presenti per raccontare anche cosa succede «dopo». Come da un progetto può nati, scere un’occasione di impresa mettendo insieme le competenze. «Una scuola come Iuav, che forma architetti, designer, pianificat­ori, creatori del mondo della moda o delle arti, si trova in prima fila sul fronte delle trasformaz­ioni – spiega Alberto Ferlenga, rettore di Iuav -lo raccontere­mo passando anche per le startup e l’artigianat­o digitale dei settori di punta del Made in Italy». «Venetonigh­t ha la capacità di avvicinare il pubblico all’Università attraverso il racconto della ricerca con un linguaggio semplice e immediato – dice Michele Bugliesi rettore di Ca’ Foscari – sarà possibile vedere i nostri ricercator­i sul campo ie sperimenta­re con loro alcune delle ricerche più significat­ive in tutte le aree scientific­he di Ca’ Foscari, con un occhio attento al loro impatto per lo sviluppo sociale, economico e produttivo». Perché la ricerca è anche motore economico dei Paesi, sebbene troppo spesso sia sottofinan­ziata.

Bugliesi Il futuro di tutti noi è il frutto di un lavoro attento che si fa giorno per giorno Rizzuto E’ un modo per aprire l’ateneo e legarlo di più al territorio Ferlenga I cambiament­i passano anche per startup e artigianat­o digitale Sartor Dimostriam­o che sappiamo fare sinergia tra università

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Protagonis­ti
 ?? ?? Sono i cittadini, adulti, ragazzi, bambini e la loro curiosità i protagonis­ti della Notte della ricerca. Si calcola che alle iniziative dei quatto atenei partecipin­o quasi centomila persone
Sono i cittadini, adulti, ragazzi, bambini e la loro curiosità i protagonis­ti della Notte della ricerca. Si calcola che alle iniziative dei quatto atenei partecipin­o quasi centomila persone

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