Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Hotel requisito, scontro tra proprietario e prefetto E la politica s’infiamma
VERONA Dopo le «carte bollate», il «faccia a faccia». Ma l’albergo della discordia rimane requisito. Questo l’esito dell’incontro di ieri sera tra la prefettura di Verona e la proprietà dell’hotel Cristallo di Castel d’Azzano che nei giorni scorsi ha ricevuto un decreto firmato dal prefetto Salvatore Mulas che impone la requisizione della struttura per trovare nuovi posti di fronte alla continua «emergenza-profughi», dal 30 ottobre al 31 gennaio 2017.
Una misura «eccezionale, contingibile, urgente e temporanea» che ha colto di sorpresa i titolari e che ha scatenato un finimondo di proteste tra i cittadini del piccolo centro a ridosso della città (per lunedì sera è in programma un corteo organizzato dal comitato «Verona ai Veronesi»). Nell’incontro di ieri sera, la proprietà ha fatto presente la situazione di difficoltà in cui si è venuta a trovare a causa di una «decisione subita». E oltre a denunciare la propria preoccupazione per l’aumento delle contestazioni da parte dei cittadini, ha messo sul tavolo il danno economico dovuto allo scarso preavviso della comunicazione ricevuta.
Con la requisizione, i titolari si sono trovati costretti a ricollocare i clienti che avevano prenotato per Fiera Cavalli (in programma a novebre) nelle altre strutture del gruppo e in altri alberghi. E nell’incontro è stato chiesto alla prefettura di posticipare la requisizione a metà novembre, per evitare almeno il danno economico.
Ma per il momento, la situazione non è destinata a cambiare: i funzionari della prefettura hanno promesso di valutare le richieste nelle prossime ore, senza fornire una risposta definitiva. E intanto la proprietà starebbe anche valutando se cambiare idea sull’opportunità di poter ricorrere al Tar contro il decreti prefettizio (ipotesi che l’avvocato Agostino Rigoli martedì sera aveva dichiarato remota). Nel frattempo l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonello Panuccio sta decidendo se partecipare o meno alle manifestazioni di protesta in programma. Ma se i profughi dovessero arrivare, il comune è pronto a ragionare sulla possibilità di «gestire» il problema: «Potremmo valutare l’ipotesi di sottoscrivere protocolli per impiegarli in lavori socialmente utili».
Il capo dipartimento immigrazione del Viminale, il prefetto Mario Morcone, analizza la questione: «Non conosco la vicenda nei dettagli, ma comprendo sempre meno le resistenze strumentali di molti sindaci del Veneto. Se i primi cittadini, senza strafare e compatibilmente con il proprio territorio e la popolazione danno il minimo spazio per l’accoglienza, si garantiscono la non intrusione della prefettura, avendo persino a disposizione risorse».
Feroce la reazione della Lega. «È un precedente pericoloso - commenta il vicesegretario Lorenzo Fontana -. La situazione è ormai degenerata e rischiamo il conflitto sociale nei nostri territori». Il senatore Paolo Tosato, annuncia un’interrogazione urgente al governo e lancia una provocazione: «Se andiamo avanti di questo passo, rischiamo che prima o poi qualche prefettura si riduca a ricorrere anche alla requisizione di case e abitazioni dei privati cittadini».