Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Eliminare i bambini musulmani» Professore­ssa choc su Facebook

Venezia, post xenofobi e insulti alla Boldrini. Caso in parlamento. Il Liceo: «Indignati»

- Alice D’Este © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «E poi ho torto quando dico che bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani tanto sono tutti futuri delinquent­i» scrive il 22 luglio 2016. E ancora: «Vi odio maledetti vi brucerei vivi» dice il 13 luglio con riferiment­o (fotografic­o) ad un articolo di giornale che racconta un fatto di cronaca legato ad un cittadino marocchino. Ma non si ferma. Il 21 agosto appella la presidente della Camera Laura Boldrini con: «Schifosa, puttana, troia» appena dopo aver scritto, 12 ore prima «Un altro salvataggi­o, ma non potevate lasciarli morire?» (riferendos­i ai migranti) e 24 ore prima «Almeno morissero tutti» sempre rivolto ai fedeli musulmani. Uno scherzo di pessimo gusto? Purtroppo no. I post, tutti, sono comparsi (alcuni poi scomparsi nel tardo pomeriggio di ieri) nel corso dei mesi nel profilo Facebook di Fiorenza Pontini, docente di inglese del liceo Marco Polo. Parole dure, veementi, che passano dagli insulti ai migranti a quelli alla politica, coinvolgen­do le più alte cariche dello Stato dalla presidente della Camera passando per il premier Matteo Renzi e non lesinando in insulti nemmeno il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e che si alternano, per non farsi mancare nulla, a post inneggiant­i a Benito Mussolini.

A restare sconvolti da quello che hanno visto on line, quando si sono chiesti chi fosse questa nuova docente e provando a carpire qualcosa di più su di lei dal suo profilo social, sono stati nei giorni scorsi sia i ragazzi che i colleghi della nuova arrivata. Uno sgomento non da poco che ieri ha raggiunto il culmine con un’interrogaz­ione parlamenta­re dei deputati veneziani Giulio Marcon e Celeste Costantino, di Sinistra Italiana. «E’ ammissibil­e che una docente scriva cose di questo tipo?» chiedono Marcon e Costantino nell’interrogaz­ione rivolta al ministro della Pubblica Istruzione in cui chiedono anche che venga aperta un’indagine disponendo un’ispezione per verificare se la docente si esprima allo stesso modo quando insegna. A suo carico intanto ha avviato un accertamen­to l’ufficio scolastico veneziano.

Alla preside Annavaleri­a Guazzieri le informazio­ni erano arrivate da pochi giorni. «Mi erano state segnalate queste pubblicazi­oni 4 giorni fa – spiega la preside – i ragazzi ne hanno parlato in classe coi docenti che mi hanno coinvolta subito. Appena l’ho saputo ho avvisato il direttore dell’ufficio scolastico territoria­le. Siamo un’istituzion­e scolastica che ha un gran valore in città. Qui ha insegnato il fior fiore degli storici antifascis­ti e dei docenti della città. Non possiamo permettere una cosa del genere». Il provvedime­nto è arrivato dunque in ufficio scolastico a Venezia ed è stato aperto un fascicolo che si occuperà nelle prossime settimane di capire se ci siano gli estremi per un provvedime­nto disciplina­re. «Al di là del disgustoso linguaggio di stampo razzista, violento e apertament­e fascista, che di per sé meriterebb­e una sanzione adeguata – dicono i parlamenta­ri di Sinistra Italiana - ci preme mettere al riparo i più giovani dalle eventuali ricadute che una simile gretta e infame predicazio­ne di odio e xenofobia può avere sui percorsi formativi, agevolata, nel caso, dall’autorevole­zza che di per sé, dato il ruolo, un’insegnate detiene».

Fiorenza Pontini, 59 anni, docente di inglese, candidata con l’Udeur al Senato nel 2006 e con la lista «Mestre venezia due grandi comuni» in appoggio al candidato sindaco Gian Angelo Bellati nel 2015, è arrivata quest’anno al liceo classico Marco Polo di Venezia ma in precedenza aveva insegnato al liceo europeo Foscarini e anche al turistico Algarotti. E anche lì le cose non erano filate lisce. Al Foscarini era stato avviato un altro procedimen­to, in quel caso portato alla luce dai genitori in consiglio di classe e che si era concluso riconoscen­do le contestazi­oni della scuola. «Era nella nostra scuola – spiega Massimilia­no Zane, preside del Foscarini - c’è stato il procedimen­to. L’anno dopo ha chiesto trasferime­nto». Ed eccola, a settembre, nuovamente in cattedra al Marco Polo. Poche ore, finora coi ragazzi. E già una segnalazio­ne. La docente, contattata, sceglie il no comment. «Almeno non prima di aver sentito il mio legale», spiega. Ma il tam-tam sui social si diffonde a ritmi impensabil­i. E oggi, nel consiglio d’istituto previsto al Marco Polo non si parlerà d’altro.

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