Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

E’ morto Ghiotto «Piccolo Maestro» di Meneghello

- Alba

Se ne è andato Renzo Ghiotto, uno degli ultimi Piccoli Maestri raccontati dallo scrittore vicentino Luigi Meneghello. Aveva 92 anni, ex partigiano e poi capitano d’industria, è morto giovedì a Vicenza. Con lui viene meno un pezzo di storia patria: quella prima e in parte tragica esperienza di lotta al nazifascis­mo narrata nel libro del 1964 dal grande scrittore di Malo - che un gruppo di giovani vicentini tentò sull’Altopiano dei Sette Comuni tra maggio e giugno del 1944.

«Dispiace moltissimo, Ghiotto lascia un vuoto enorme. Ora del gruppo dei Piccoli Maestri ci resta solo Mario Mirri, docente universita­rio emerito a Pisa». E’ un giorno triste per Carla Poncina, direttrice a Vicenza dell’istituto di storia della Resistenza «Istrevi», e per Giuseppe Pupillo, presidente della Biblioteca Bertoliana. Renzo Ghiotto, nato a Montecchio Maggiore l’11 novembre 1924, lascia la moglie Laura e la figlia Camilla. Dopo la guerra era emigrato alcuni anni in Argentina, per poi rientrare in patria e fondare l’azienda di pompe idrauliche Lowara, oggi colosso industrial­e. In questa veste l’aveva incontrato Paolo Scaroni, ex presidente di Eni e attuale guida dell’istituto vicentino di Storia: «Lo conoscevo da vent’anni, Ghiotto per il tessuto economico vicentino ha fatto moltissimo. Aveva le idee chiare e sapeva bene dove voleva andare». Ma prima, il partigiano Tempesta (questo il suo nome di battaglia) aveva consegnato le sue gesta alla storia e alla letteratur­a partecipan­do con Meneghello, Mirri, Dante Caneva e altri alla formazione di un nucleo resistenzi­ale in Altopiano.

I piccoli maestri di Luigi Meneghello, libro apprezzato, ieri e oggi, per l’assenza di retorica e il realismo con cui descrive la realtà partigiana, riporta ciò che Ghiotto e gli altri, comandati da Antonio Giuriolo, fecero in quel maggio 1946: le riunioni del gruppo di vicentini e di roanesi a malga Boscosecco e le loro azioni, fino al rastrellam­ento dal 6 al 10 giugno che sgominò e disperse la banda. Da quella repression­e Ghiotto e Meneghello si salvarono calandosi in alcune cavità carsiche della zona. Ghiotto aveva fatto la sua ultima apparizion­e pubblica il 25 aprile 2013, tenendo l’orazione in piazza dei Signori a Vicenza della Festa della Liberazion­e. Ma chi l’ha conosciuto ne ha ricordi vividi: «Da partigiano – racconta Poncina - fu catturato per via di un tradimento. Dopo la guerra venne a sapere chi era stato. «Mi chiesi cosa avrebbe fatto Antonio Giuriolo, e pensai che lui l’avrebbe perdonato. Così lasciai perdere anch’io», ci disse. Era una persona dal grande cuore».

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