Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Documenti negati la Lega lancia il diktat E l’Anci: «Perplessità giuste, si chiarisca»
VENEZIA Chi si attendeva che il sindaco leghista di Oderzo Maria Scardellato rimanesse isolata nella sua decisione di non concedere ai migranti ospitati nel suo Comune il documento d’identità previsto dalla legge («Non sappiamo chi siano»), dovrà ricredersi. Al fianco della prima cittadina trevigiana, infatti, non si schiera soltanto il governatore Luca Zaia («Il suo esempio va seguito da tutti») e la Lega nella sua intera catena di comando, ma pure l’Anci, sebbene con toni meno perentori: «I Comuni hanno la necessità di capire meglio la questione delle iscrizioni all’anagrafe di coloro che sono in transito nel nostro territorio, come gestirla, quali effetti implica, cosa accade nel caso di espulsione – dichiara infatti Angelo Tosoni, vicepresidente di Anci -. Centrale è verificare se l’iscrizione all’anagrafe comporti una presa in carico di queste persone da parte delle amministrazioni con relativo impegno di risorse economiche per la loro gestione, ad esempio, per quanto riguarda i servizi sociali. È comprensibile, quindi, lo stato di preoccupazione dei tanti primi cittadini, come il sindaco di Oderzo, soprattutto quelli che ospitano un’ingente quota di richiedenti asilo». Tosoni cita anche un’esperienza personale, a Valeggio sul Mincio, il suo Comune: «Dei 21 migranti che ospitiamo, 15 hanno fatto richiesta di residenza e uno di questi ha 9 figli. Di qui il nostro impegno nel richiedere chiarimenti e rassicurazioni per consentire di affrontare questo adempimento nel modo più efficace».
In realtà non è che ci sia poi molto da chiarire. L’iscrizione dei migranti all’Anagrafe è prevista da un decreto legislativo del 2015 che recepisce le direttive comunitarie adeguando il Testo unico per l’immigrazione (con alcune precisazioni d’obbligo: non sono previsti oneri per i Comuni - il migrante resta a carico dello Stato -, il documento ha mero valore identificativo e durata temporanea). E difatti il capo del Dipartimento immigrazione del ministero dell’Interno, Mario Morcone, ieri al nostro giornale ha detto chiaro: «Chi non concede il documento infrange la legge». Il sindaco (leghista) di Montecchio, Milena Cecchetto, commentando la notizia di Scardellato su Facebook, indirettamente conferma: «Già provato a rifiutare di fare la carta d’identità, richiamati da ministero e prefettura, allora abbiamo chiesto di poter scrivere che sono profughi ma è stata negata anche quella dicitura! Dopo 60 giorni che sono in un posto hanno in mano carta d’identità valida 10 anni come qualsiasi cittadino» (ma non è così, il documento vale solo fino al completamento dell’iter per la protezione internazionale).
Tant’è, la Lega, col segretario Gianantonio Da Re e il presidente Massimo Bitonci, rilancia: «Ribellarsi è il minimo e la disobbedienza civile dei nostri amministratori è il primo passo. Lunedì invieremo a tutti i sindaci e a tutti gli amministratori locali leghisti, di maggioranza o opposizione, una mozione da approvare in consiglio per dire no a questo ennesimo sopruso. Nessun diritto e documento a chi non ha ottenuto lo status di rifugiato».