Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Dear Trump sei leghista come me» Lo Sceriffo scrive al presidente Usa

- di Silvia Madiotto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO «Dear Mr. President, hai preso il colore verde della Lega Nord». Chissà che faccia farà Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, quando (se) gli capiterà tra le mani la lettera carica di elogi che gli ha scritto Giancarlo Gentilini. Esaltato dal trionfo del populista multimilia­rdario americano, l’ex sindaco e vicesindac­o di Treviso, classe 1929, considera the Donald suo «figlio e seguace dal punto di vista politico». Approva le sue battaglie contro gli stranieri, per la sicurezza, per la chiusura dei confini, elogia la sua vicinanza al popolo «a dispetto delle gerarchie imperanti in ogni campo», e gli spiega con orgoglio di essere stato per tutti lo Sceriffo. Così, dopo aver scritto ai capi di Stato di ogni Paese del mondo, non ha potuto fare a meno di rivolgersi anche a Trump, in italiano e inglese, allegando anche una sua foto perché forse (forse) a Trump non sono arrivate le voci del ventennio gentilinia­no nella Marca. Gli illustra il proprio programma elettorale «predispost­o per sovvertire la politica del buonismo, della tolleranza e dell’immigrazio­ne senza controllo». Altro che muro al confine col Messico: il primo caposaldo di Gentilini è la lotta all’immigrazio­ne clandestin­a, «sostenendo che l’Italia doveva bloccare i confini e stendere una rete di reticolati da Trieste all’Austria e vietare che fossero superati i limiti delle acque territoria­li». Secondo, «regime di sicurezza per i cittadini e per le città». Terzo, «potenziame­nto dell’esercito e delle forze di polizia, si vis pacem para bellum». Gentilini ricorda quel 1994 in cui la sua carriera politica iniziò «e dopo 22 anni tu – continua, dandogli amichevolm­ente del tu – hai rimesso sui binari della civiltà i principi che io avevo materializ­zato per la vittoria del nostro popolo, passate alla storia come il Vangelo secondo Gentilini». Tradotto: «Gentilini’s gospel». Insomma, the Donald è il Gentilini born in the Usa: «È mia grande soddisfazi­one sostenere che assunto una colorazion­e verde che corrispond­e al colore della Lega Nord, movimento popolare e rivoluzion­ario». In effetti, qualche somiglianz­a fra i due programmi si coglie facilmente, pur essendoci un oceano di mezzo. «Scusami l’ardire – conclude – ma era opportuno far conoscere a tutti quali siano stati i principi e gli ideali che hanno consentito alle maggioranz­e silenziose tue e mie di segnare nuove ere per i nostri popoli. Ti abbraccio augurandot­i sempre maggiori successi e di essere un vincitore. Privilegia­mi di una tua risposta. Ciao!».

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Giancarlo Gentilini fa ancora parlare di sé: l’ex Sceriffo del Carroccio ha preso carta e penna e scritto una lunga lettera a Donald Trump nuovo presidente degli Stati Uniti

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