Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La mostra fa ripartire la città
Migliaia in coda a Santa Caterina. I locali: «Un successo come tredici anni fa»
TREVISO È bastato un mese e mezzo perché Treviso emettesse la sua sentenza: le Grandi Mostre sono tornate. «Sembrano di nuovo gli anni in cui era piena di turisti. È questo il modo per far funzionare la città». Il week end dell’Immacolata, lungo ponte festivo, ha portato migliaia di persone a Santa Caterina per le Storie dell’Impressionismo di Marco Goldin: giovedì i visitatori sono stati 2.300, ieri 2.605 e oggi ne sono previsti altrettanti.
Fuori dal museo la coda è rimasta quasi costante per tutto il giorno e non è stato difficile accorgersene per le tante attività commerciali della zona. Non solo i bar, ma anche alcuni negozi hanno potuto sfruttare i flussi in arrivo. Tanto che al Sotoportego, il locale che sta all’incrocio di via Santa Caterina con via Sant’Agostino, hanno deciso di tenere aperto sette giorni su sette: tavolini pieni, bariste trafelate, consumatori soddisfatti. Al Bar Sant’Agostino nuove assunzioni: «Per tenere aperto anche la domenica, che era il nostro giorno di riposo, sfruttando il protocollo di Confcommercio – spiegano Barbara Carraretto e il marito Mirco -. Non ci lamentiamo, le cose vanno bene». Dove il pasto diventa più comodo e ricco, invece, si vede eccome. «In certi giorni è davvero un macello – sorride Stefano Zanotto dell’Osteria Arman -. Abbiamo il pienone a pranzo e a cena, con comitive da diverse città del Nord Italia, lavoriamo molto». Hanno allungato gli orari della cucina di mezz’ora ma a non è bastato, «a volte siamo costretti a rifiutare le prenotazioni». Robe da altri tempi. C’è chi non si è mai dimenticato degli anni in cui Linea d’Ombra riempiva Ca’ dei Carraresi con le mostre su Monet, Van Gogh e l’Impressionismo. Da Muscoli continuano a riempire piatti e taglieri, a versare calici e accogliere visitatori. «Si vede il cambio di marcia rispetto all’ultimo periodo, c’è un aumento nei clienti e si capisce che arrivano dalle mostre o stanno andando a vederle – racconta Fabio Tambarotto -, oltre al week end ci sono persone anche nel resto della settimana. Ma è ancora più bello che conoscano Treviso e poi tornino, perché scoprono una città bella ed accogliente». Dalla Pescheria a piazza dei Signori, passando per via Inferiore, il clima natalizio favorisce i turisti del week end lungo. Le Grandi Mostre sono di nuovo in città. «È come essere tornati a tredici anni fa – ricorda Alfredo Sturlese della storica trattoria Toni del Spin, mentre la sala strapiena chiacchiera -. Abbiamo almeno il 20 per cento in più di clienti, il sabato e la domenica siamo spesso pieni ma adesso funziona anche nei giorni non festivi. Oggi (ieri, ndr) a un certo punto ho smesso di rispondere al telefono, perché tanto non avevo più posto per nessuno». Lui c’era, quando Goldin e Fondazione Cassamarca portavano la grande arte a Treviso. «È così che si fa girare Treviso, servono i grandi eventi – continua -. Non le gare di pattinaggio lungo le mura o le corse che bloccano solo il centro, ma eventi di spessore, culturali, congressuali». E cosa vogliono i turisti? «Piatti tipici, vogliono scoprire Treviso. Trippe, baccalà, soppa coada. L’altro giorno ne abbiamo fatte cinquanta, adesso è finita». Poco più avanti al bar Trumble in via Cornarotta va alla grande il piatto Monet. Riso venere, verdure di tutti i colori e scamorza. E’ tra le pietanze più gettonate «d’altronde - scherzano i gestori- piace a tutti, come la mostra».