Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Licenziato il dipendente assenteist­a

Treviso, Ca’ Sugana non fa sconti. La Cgil: «Giusto, tutelati colleghi e cittadini»

- A.Pe. A.Pri. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Il primo licenziame­nto «veloce» per un dipendente pubblico in Veneto in base al decreto Madia è arrivato ieri in Comune a Treviso, per «falsa attestazio­ne di servizio» dopo un solo mese dalla notifica della contestazi­one al dipendente assenteist­a. Si trattava di una «condotta inaccettab­ile» per il sindaco Giovanni Manildo, e anche la Cgil plaude: «Ha agito per tutelare i dipendenti del Comune, l’immagine del Comune e il servizio ai cittadini».

VENEZIA Il giorno dopo la sentenza, la Regione è già al lavoro. Ieri mattina la giunta Zaia ha cominciato a prendere in esame la sentenza con cui lunedì la Corte dei Conti aveva condannato l’ex governator­e Giancarlo Galan a risarcire proprio il Balbi con 5,8 milioni di euro per i danni all’immagine e da disservizi­o procurati all’ente nell’ambito dello scandalo Mose. La sensazione che filtra da Palazzo è che la strada per il recupero del credito sia in salita, ma nell’eventualit­à che arrivi ad un traguardo, il proposito è di destinare i soldi che saranno eventualme­nte incamerati ad un settore preciso: il sociale.

Il percorso giuridico è stato delineato dall’avvocato Mario Caramel, segretario della giunta veneta. Per affrontare gli effetti della sentenza, che tuttavia sarà impugnata dalla difesa di Galan e dunque non diventerà a breve definitiva, verrà istituito un gruppo di lavoro, composto da esperti di tre comparti: l’Avvocatura regionale coordinata da Enzo Zanon, la segreteria generale alla Programmaz­ione guidata da Ilaria Bramezza e l’area Risorse Strumental­i diretta da Gianluigi Masullo. A stretto contatto con gli uffici della magistratu­ra contabile, la squadra tecnica studierà una delibera che dovrebbe essere portata in giunta dallo stesso governator­e Luca Zaia, necessaria per tentare di incamerare la somma che dovrebbe ristorare l’istituzion­e per i danni arrecati alla sua immagine, oltre che per il disservizi­o causato dal compimento di «attività contrastan­ti con l’adempiment­o dei doveri propri di presidente della Regione». Spiega Gianluca Forcolin, assessore al Bilancio: «La Regione non intende restare ferma, le prime mosse scatterann­o già nei prossimi giorni. Chiarament­e vanno fatti tutti gli approfondi­menti del caso, consideran­do anche la pendenza del giudizio d’appello. Ma siccome sono stati lesi i cittadini veneti, pensiamo che sarebbe utile destinare il denaro, o gli utili dell’eventuale alienazion­e di immobili, ai servizi sociali».

Intanto la villa sulle colline di Rovolon, in cui l’ex ministro vive dopo la confisca di Villa Rodella, ieri mattina era deserta. Galan è rimasto fuori con la famiglia e l’unica traccia della presenza dell’ex governator­e era la cassetta di plastica utilizzata per la raccolta differenzi­ata del vetro, piena zeppa di bottiglie (vuote) di vini pregiati. Perché Galan sarà pure senza un soldo, come dice, e costretto a tirare avanti grazie alla solidariet­à di familiari e amici, ma di certo gli è rimasta la passione per il buon bere unita a dei conoscenti davvero molto generosi. Tra le bottiglie di champagne lasciate davanti alla villa (prestatagl­i anch’essa da un amico imprendito­re), spiccavano — tra le altre — tre Dom Perignon «vintage 2000». Prezzo: oltre 200 euro ciascuna.

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