Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Guerra degli autovelox fra vandalismi e insulti «Li denunciamo tutti»
L’OFFENSIVA SULLE STRADE E IN RETE Indagini a Venezia: «Li prenderemo uno a uno». Intanto si moltiplicano gli episodi di danneggiamento
VENEZIA Imbrattamenti, esplosioni, insulti, minacce. Lungo le strade del Veneto è scoppiata la guerra degli autovelox, come dimostrano i sempre più frequenti episodi di insofferenza dei conducenti nei confronti dei rilevatori elettronici (ma perfino dei semplici box) e dei vigili urbani. E l’ultima frontiera di questo conflitto è rappresentata dai social network, dove campeggiano foto, video e post di fastidio e accuse, su cui adesso sono in corso indagini.
I fatti di questi giorni sono eloquenti. Nottetempo a Montebelluna, nel Trevigiano, è saltato in aria il cassone di metallo che simula un apparecchio di rilevazione: dietro la fessura che a prima vista dovrebbe servire per fotografare il veicolo in corsa, in realtà non c’è nulla. Si tratta infatti di elementi di pura prevenzione, a suo tempo installati da quello così come da altri Comuni, allo scopo di dissuadere gli automobilisti dal pigiare il piede sull’acceleratore: risposte date soprattutto alla richiesta di sicurezza dei residenti nelle zone interessate da traffico di scorrimento, senza però prestare il fianco a quanti accusano i sindaci di voler fare cassa.
Sempre nella notte, ma a Mestre, con una bomboletta spray è stata oscurata la telecamera di uno dei quattro autovelox che a breve entreranno in funzione tra via Martiri della Libertà e via Libertà. Peraltro in passato nella zona era andata anche peggio: uno dei quattro autovelox del Ponte della Libertà, il primo arrivando dalla terraferma, era stato raggiunto da nove proiettili sparati da una pistola di grosso calibro, esplosi da distanza ravvicinata, che ne avevano perforato la pesante struttura in acciaio. Così come a Codevigo, nel Padovano, il vetro che proteggeva l’occhio elettronico di un impianto anti-velocità, oltretutto non ancora entrato in funzione, era stato bersagliato da colpi di fucile.
Questa volta, però, il vandalismo si è inserito nel quadro di una campagna web di accesa avversione per questo tipo di dispositivi. Attraverso profili Facebook di singoli utenti, ma anche pagine espressamente dedicate agli autovelox in Veneto, è stata difatti lanciata un’offensiva in particolare contro uno dei nuovi impianti, quello collocato tra via Pasqualigo e via Terraglio: l’accusa all’amministrazione comunale è di averlo posizionato dietro una passerella pedonale, in modo da non essere notato. Contestazioni contenute in un video, diventato ben presto virale, che ha riscosso numerosi e pepati commenti, al limite dell’ingiuria e dell’intimidazione. Eccone alcuni, tutti firmati con nome e cognome: «I sta ben morti» e «Tutti in medixine i skey che i me ciava!» (riferito ai promotori degli autovelox), «Ma hanno voglia di lavorare ‘sti vigili?», «Non resta lì molto, se non lo spostano, lo faccio spostare io», «L‘hanno proprio nascosto quei figli di p...», «Andiamo a dargli fuoco», «Che str...» e via di questo passo.
Di fronte a tali reazioni, il comandante della polizia locale Marco Agostini ha avviato un’inchiesta: «Andremo avanti a indagare, finché troveremo i responsabili di tutte queste offese. Non possiamo permettere questa istigazione al danneggiamento, identificheremo gli autori uno ad uno. Fra l’altro su quel tratto di strada il limite è di 90 chilometri orari, non sono certo pochi. Andrà a finire come quella volta in via Orlanda, dov’eravamo costretti a mettere e togliere una pellicola protettiva per evitare gli spray, finché individuammo il colpevole: un 62enne di Jesolo, che voleva vendicarsi di una multa presa, ma che dopo la denuncia smise di fare danni». La stessa sorte che potrebbe toccare ad un 22enne di Bassano del Grappa, a processo dalla scorsa settimana a Vicenza con l’accusa di aver preso a calci a Cassola un «Velo ok». «Si tratta di una struttura fissa arancione, che serve a fare prevenzione, ma venne colpita lo stesso», spiega Giovanni Scarpellini, comandante del Consorzio di polizia locale Nord Est Vicentino.
Sembrano invece resistere i temuti autovelox fissi che costellano la tangenziale di Treviso. «Per fortuna notiamo rispetto, non abbiamo registrato blitz vandalici, anche perché gli impianti sono adeguatamente segnalati», osserva il comandante Maurizio Tondato.
Agostini Indaghiamo finché troviamo tutti i responsabili delle offese: non permetteremo questa istigazione ai vandali Scarpellini A Cassola preso a calci un box arancione da un giovane, anche se serviva solo a fare prevenzione