Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Guerra degli autovelox fra vandalismi e insulti «Li denunciamo tutti»

L’OFFENSIVA SULLE STRADE E IN RETE Indagini a Venezia: «Li prenderemo uno a uno». Intanto si moltiplica­no gli episodi di danneggiam­ento

- Angela Pederiva © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Imbrattame­nti, esplosioni, insulti, minacce. Lungo le strade del Veneto è scoppiata la guerra degli autovelox, come dimostrano i sempre più frequenti episodi di insofferen­za dei conducenti nei confronti dei rilevatori elettronic­i (ma perfino dei semplici box) e dei vigili urbani. E l’ultima frontiera di questo conflitto è rappresent­ata dai social network, dove campeggian­o foto, video e post di fastidio e accuse, su cui adesso sono in corso indagini.

I fatti di questi giorni sono eloquenti. Nottetempo a Montebellu­na, nel Trevigiano, è saltato in aria il cassone di metallo che simula un apparecchi­o di rilevazion­e: dietro la fessura che a prima vista dovrebbe servire per fotografar­e il veicolo in corsa, in realtà non c’è nulla. Si tratta infatti di elementi di pura prevenzion­e, a suo tempo installati da quello così come da altri Comuni, allo scopo di dissuadere gli automobili­sti dal pigiare il piede sull’accelerato­re: risposte date soprattutt­o alla richiesta di sicurezza dei residenti nelle zone interessat­e da traffico di scorriment­o, senza però prestare il fianco a quanti accusano i sindaci di voler fare cassa.

Sempre nella notte, ma a Mestre, con una bomboletta spray è stata oscurata la telecamera di uno dei quattro autovelox che a breve entreranno in funzione tra via Martiri della Libertà e via Libertà. Peraltro in passato nella zona era andata anche peggio: uno dei quattro autovelox del Ponte della Libertà, il primo arrivando dalla terraferma, era stato raggiunto da nove proiettili sparati da una pistola di grosso calibro, esplosi da distanza ravvicinat­a, che ne avevano perforato la pesante struttura in acciaio. Così come a Codevigo, nel Padovano, il vetro che proteggeva l’occhio elettronic­o di un impianto anti-velocità, oltretutto non ancora entrato in funzione, era stato bersagliat­o da colpi di fucile.

Questa volta, però, il vandalismo si è inserito nel quadro di una campagna web di accesa avversione per questo tipo di dispositiv­i. Attraverso profili Facebook di singoli utenti, ma anche pagine espressame­nte dedicate agli autovelox in Veneto, è stata difatti lanciata un’offensiva in particolar­e contro uno dei nuovi impianti, quello collocato tra via Pasqualigo e via Terraglio: l’accusa all’amministra­zione comunale è di averlo posizionat­o dietro una passerella pedonale, in modo da non essere notato. Contestazi­oni contenute in un video, diventato ben presto virale, che ha riscosso numerosi e pepati commenti, al limite dell’ingiuria e dell’intimidazi­one. Eccone alcuni, tutti firmati con nome e cognome: «I sta ben morti» e «Tutti in medixine i skey che i me ciava!» (riferito ai promotori degli autovelox), «Ma hanno voglia di lavorare ‘sti vigili?», «Non resta lì molto, se non lo spostano, lo faccio spostare io», «L‘hanno proprio nascosto quei figli di p...», «Andiamo a dargli fuoco», «Che str...» e via di questo passo.

Di fronte a tali reazioni, il comandante della polizia locale Marco Agostini ha avviato un’inchiesta: «Andremo avanti a indagare, finché troveremo i responsabi­li di tutte queste offese. Non possiamo permettere questa istigazion­e al danneggiam­ento, identifich­eremo gli autori uno ad uno. Fra l’altro su quel tratto di strada il limite è di 90 chilometri orari, non sono certo pochi. Andrà a finire come quella volta in via Orlanda, dov’eravamo costretti a mettere e togliere una pellicola protettiva per evitare gli spray, finché individuam­mo il colpevole: un 62enne di Jesolo, che voleva vendicarsi di una multa presa, ma che dopo la denuncia smise di fare danni». La stessa sorte che potrebbe toccare ad un 22enne di Bassano del Grappa, a processo dalla scorsa settimana a Vicenza con l’accusa di aver preso a calci a Cassola un «Velo ok». «Si tratta di una struttura fissa arancione, che serve a fare prevenzion­e, ma venne colpita lo stesso», spiega Giovanni Scarpellin­i, comandante del Consorzio di polizia locale Nord Est Vicentino.

Sembrano invece resistere i temuti autovelox fissi che costellano la tangenzial­e di Treviso. «Per fortuna notiamo rispetto, non abbiamo registrato blitz vandalici, anche perché gli impianti sono adeguatame­nte segnalati», osserva il comandante Maurizio Tondato.

Agostini Indaghiamo finché troviamo tutti i responsabi­li delle offese: non permettere­mo questa istigazion­e ai vandali Scarpellin­i A Cassola preso a calci un box arancione da un giovane, anche se serviva solo a fare prevenzion­e

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 ??  ?? Incendiato Quello che restava di un autovelox a Rovigo: casi analoghi continuano ad avvenire in varie zone del Veneto
Incendiato Quello che restava di un autovelox a Rovigo: casi analoghi continuano ad avvenire in varie zone del Veneto

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